Falko Gotz e Dirk Schlegel si trovavano già ad Ovest, quando il muro di Berlino venne giù. Il 9 novembre di trent’anni fa erano in ritiro con le rispettive squadre, la tv trasmetteva le immagini che stavano già facendo la storia e loro guardavano increduli e commossi. I due amici, figli della Ddr degli anni Sessanta, avevano fatto le giovanili nella Dinamo Berlino (legata alla Stasi, il principale organo di controllo), e giocavano in prima squadra nel 1983 quando il club stava affrontando le prime partite stagionali di Coppa dei Campioni. Falko e Dirk avevano entrambi parenti ad Ovest e soprattutto tanta voglia di andarsene a guadagnare di più e a inseguire gloria sportiva dall’altra parte del muro. Nel 1979 se n’era andato dalla Dinamo, in cerca di fortuna in Bundesliga, anche Lutz Eigendorf. Ma quattro anni dopo il calciatore venne trovato morto in seguito ad un incidente automobilistico organizzato dalla Stasi.

Il piano segreto di Gotz e Schlegel era quello di scappare durante il ritorno dei sedicesimi in Lussemburgo. Ma il contatto che avevano là non riuscì a sbrigare le pratiche necessarie. Non abbandonarono l’idea. Nel turno seguente la Dinamo avrebbe giocato con il Partizan di Belgrado. Il ritorno era previsto il 2 novembre in trasferta. Quando l’allenatore lasciò ai suoi giocatori un’ora di tempo libero nella capitale jugoslava i due ragazzi ci provarono. Entrarono con i compagni in un negozio belgradese, uscirono di nascosto da una porta sul retro e corsero a perdifiato a prendere un taxi. Il primo si rifiutò di portarli all’ambasciata della Germania Ovest, il secondo invece prese la corsa. Qui organizzarono il viaggio in bus fino a Zagabria, poi con due documenti falsi arrivarono col treno a Monaco via Lubiana. Quando si giocò la partita, i due calciatori erano già ad Ovest. Al posto del titolare Gotz, che aveva segnato due gol in coppa, l’allenatore schierò il diciottenne Andreas Thom.

Il contatto di Falko e Dirk ora si chiamava Jorg Berger, un allenatore che li aveva avuti nelle giovanili. Nel 1979 se n’era andato ad Occidente e aveva cominciato a lavorare là. Si prese a cuore i ragazzi e fece da tramite per trovare loro un club. Firmarono entrambi con il Bayer Leverkusen, anche se per un anno poterono solo allenarsi senza giocare perché la Fifa li aveva squalificati. Gotz, il più talentuoso, rimase al Bayer fino al 1988 vincendo una Coppa Uefa e diventando capocannoniere dello stesso torneo due anni dopo con il Colonia. Thom, l’attaccante fatto giocare in fretta e furia a Belgrado al posto di Falko, nel turno successivo con la Roma segnerà un gol. Pian piano diventerà titolare della Dinamo e della Nazionale. Classe 1965, era il giocatore preferito di Erich Mielke, capo della Stasi e presidente della Dinamo. Dopo la caduta del muro fu il primo trasferimento legale di un giocatore da una squadra della Ddr ad una della Bundesliga, anche per lui il Bayer Leverkusen. Attraversò il confine ormai inesistente, senza architettare una fuga come invece avevano fatto sei anni prima i suoi compagni.

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Berlino, la spettacolare coreografia allo stadio: il muro viene abbattuto in mezzo al campo

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