“In soli 5 giorni siamo già a 11 mila euro, dobbiamo arrivare a 350 mila, l’obbiettivo è ambizioso ma noi ci proviamo. Già il comune ci avrebbe dovuto staccare le utenze il 15 settembre e con tutto il tam tam mediatico che abbiamo fatto ha rinunciato”. A parlare è Mara una delle attiviste della Casa delle Donne Lucha y Siesta che da 12 anni fa attività culturali, politiche, consulenze psicologiche e soprattutto offre riparo a donne che fuggono dalla violenza.

Ad oggi ci sono 14 donne e 6 minori nella casa rifugio, negli anni hanno vissuto in questo stabile circa 150 donne. “Quando occupammo era il periodo dell’omicidio Reggiani – racconta Simona una delle prime occupanti – ed era partita la caccia allo straniero. In quel momento però stava nascendo anche un nuovo movimento di donne che diceva: attenti che la violenza ha le chiavi di casa. Così decidemmo che era venuto il momento di aprire una casa rifugio fatta da donne per donne”.

Lucha y Siesta si trova in un palazzo dell’Atac spa occupato dal 2008 con il concordato preventivo accettato da azienda e comune per evitare il fallimento molti immobili dovranno essere venduti. Uno di questi è la vecchia stazione dei tram dove si trova Lucha y Siesta da mesi le attiviste stanno lottando per impedirne lo sgombero e la vendita. Il 7 settembre hanno lanciato la sfida: in un’assemblea molto partecipata hanno fondato un comitato per attivare un crowdfunding. Lo scopo è raccogliere il 10% che è il minimo per partecipare all’asta più i soldi per poter creare una fondazione ovvero un ente giuridico che possa concorrere alla compravendita.

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