Istituire un registro dei bambini non nati, sostituire la definizione di legge “prodotti abortivi” in “bambini non nati”, creare un’area cimiteriale dove seppellire gli embrioni anche al di sotto delle 20 settimane di gestazione e anche senza richiesta dei genitori: sono le proposte contenute nella mozione presentata nei giorni scorsi dai consiglieri di Fratelli d’Italia a Cagliari e firmata in modo compatto da tutta la maggioranza nell’aula comunale.

La mozione, non ancora inserita all’ordine del giorno per la discussione, ha come prima firmataria Stefania Loi del gruppo Fratelli d’Italia. Seguono i nomi di Antonello Angioni, Roberto Mura, Loredana Lai, Antonella Scarfò, Roberta Perra, Corrado Maxia, Marcello Polastri, Alessandro Balletto, Alessandro Fadda, Antonello Floris, Enrica Anedda Endrich, Pierluigi Mannino, Salvatore Sirigu.

Le modifiche più importanti riguardano il trattamento per gli embrioni di presunta età di gestazione dalle 20 alle 28 settimane e per quelli di età ancora inferiore, non dichiarati morti dall’ufficiale di Stato civile: secondo quanto prevede la legge in vigore, il Dpr 285 del 1990 “Approvazione del regolamento di Polizia Mortuaria”, i prodotti del concepimento (quelli di età presunta al di sotto delle 20 settimane) e i prodotti abortivi (dalle 20 alle 28 settimane) vengono smaltiti dalle strutture sanitarie come prodotti speciali, a meno che i genitori non facciano esplicita richiesta all’azienda sanitaria regionale per il trasporto e il seppellimento, facendosi anche carico delle spese. La mozione invece propone che “il seppellimento debba avvenire anche in assenza di detta richiesta”, e a spese del Comune di Cagliari, in virtù di una vecchia circolare ministeriale del marzo 1988 poi superata dalla successiva legislazione. Ancora citando la vecchia circolare, che a sua volta si rifà al regolamento mortuario antecedente a quello attuale, la mozione assume che “lo smaltimento attraverso la linea di rifiuti speciali ex artt. 2 d 14 D.p.r. 10/ 09/1982 seppur legittimo urti contro i principi dell’etica comune”.

C’è poi l’idea di istituire il cosiddetto “cimitero degli angeli”, la cui finalità sarebbe quella di dare una “sepoltura dignitosa, come avviene in molte altre città italiane, a quelli che vengono definiti i “bambini non nati”. I quali, a loro volta dovrebbero poi essere registrati, coi loro nomi, in un apposito registro comunale. Nel segno di questa proposta infine, l’amministrazione di Cagliari dovrebbe sostituire la definizione di legge “prodotti abortivi” in “bambini non nati”.

Sugli scudi le opposizioni di centro-sinistra, che sottolineano come già esistano a Cagliari degli spazi cimiteriali che il regolamento sul servizio mortuario riserva alla sepoltura di bimbi e feti. “Crediamo che tali proposte, oltre che essere contrarie alla legge vigente, costituiscano una inopportuna intromissione nelle scelte individuali, spesso sofferte e dolorose e dipendenti da condizioni economiche, sociali, sanitarie e comunque sempre personali e intime”, si legge in un duro comunicato. Secondo i consiglieri di opposizione, sostenere l’esigenza di “Riaffermare nella società civile il diritto-dovere del cittadino di sostenere e difendere la vita sin dal concepimento”, come si legge nella mozione, è un principio che mira a limitare la libertà di scelta delle donne in forte contrasto con quanto prevede la legge 194 del 1978 che garantisce da parte dello Stato “il diritto alla procreazione cosciente e responsabile”.

“Se questa mozione dovesse essere discussa e approvata”, proseguono le opposizioni “le donne che scelgono per i più svariati motivi l’interruzione volontaria di gravidanza secondo le modalità previste dalla legge, verrebbero stigmatizzate con una prassi che riconosce lo status e il nome di “bambino” a un embrione.

Ma non basta. Insieme a questa proposta, il gruppo di FdI che esprime il neo sindaco Paolo Truzzu ha presentato anche un’altra mozione, relativa alla promozione di una campagna informativa sul parto anonimo finanziata con fondi comunali. “Riteniamo che le medesime risorse sarebbero impiegabili più proficuamente in campagne per la contraccezione e la maternità consapevole”, replicano le opposizioni, già sugli scudi per la mancata approvazione del servizio di pronto intervento sociale inspiegabilmente bocciato pochi giorni fa in Aula.

Sempre nei giorni scorsi aveva fatto scalpore la proposta dell’istituzione di uno sportello di ascolto sull’Alienazione parentale genitoriale, una teoria controversa alla base dell’individuazione dell’ omonima sindrome (PAS) non riconosciuta attualmente né dall’Oms né dalla più influente comunità scientifica degli psicologi rappresentata dall’APA. Alla base l’idea che i bambini figli di genitori in conflitto andrebbero affidati proprio al genitore che questi rifiutano (magari perché abusante o violento) per superare la presunta “manipolazione” dell’altro genitore (spesso a sua volta vittima di violenze).

Dopo le polemiche sollevate dalla notizia, fonti vicine al sindaco Truzzu hanno fatto sapere che il primo cittadino è disponibile al dialogo: tanto che dalla mozione è stata ritirata la frase più discussa che proponeva “il seppellimento del feto anche in assenza della richiesta dei genitori”: per il sindaco, notoriamente vicino in passato alle posizioni delle Sentinelle in piedi “non c’è mai stato alcun intento impositivo riguardo alla sepoltura dei feti”. Per Truzzu, in linea con la mozione proposta dal suo partito di riferimento, “questi spazi altro non dovrebbero essere se non dei luoghi di conforto che leniscono il dolore dei genitori che desiderano utilizzarli”. Esclusa quindi la sepoltura coercitiva per chi non manifesti un interesse volontario ad averne accesso.

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