Le fiamme divampate ieri nell’impianto chimico di Lubrizol a Rouen, nel nord-ovest della Francia sono state domate. Ora però cominciano i timori per la salute delle persone. È di questa mattina infatti la notizia dell’evacuazione della sede della televisione France 3, a poco più di tre chilometri dallo stabilimento. I dipendenti hanno accusato nausea, cominciando poi a vomitare. La causa, secondo alcuni testimoni del posto, tra cui un reporter Louis Benoist, citato dalla stampa francese, è l’odore rimasto nell’aria, che “dà alla testa e fa venir voglia di vomitare”, tanto da costringere molte persone per strada a girare “con le mascherine”.

Ma non solo, così come prospettato ieri dal prefetto di Normandia, Pierre-André Durand, alcuni residui di idrocarburi sono apparsi lungo la Senna, all’altezza di Rouen, determinando l’invio di un’imbarcazione anti-inquinamento per bonificare il fiume. Inoltre, come affermato in conferenza stampa dal prefetto, è stata trovata “una presenza di fuliggine abbastanza pronunciata in certe zone del territorio”, incluso il giardino della prefettura.

Oggi, comunque, la vita è piano piano tornata alla normalità nella cittadina francese, con i trasporti pubblici che hanno ripreso la circolazione. Il comune conta mezzo milione di abitanti e in molti in queste ultime ore hanno lamentato forme di irritazione alla gola, anche se per gli esperti non ci sarebbero rischi particolari. Secondo il medico Benoit Jardel, infatti, l’odore molto forte “può causare mal di testa o anche vomito ma non è sinonimo di situazione tossica”. Il metantiolo, il gas cioè fuoriuscito dall’impianto dopo l’incendio, “è un gas che già a bassissime dosi può causare reazioni nell’organismo ma ci vorrebbero dosi molto forti per avere effetti a lungo termine”, ha aggiunto, precisando che tre persone affette da problemi respiratori già prima dell’incendio sono state ricoverate oggi per l’aggravarsi del loro stato di salute.

Nel rogo nessuno è rimasto ferito, nonostante il sito conti 400 dipendenti. Ma le conseguenze si sono avvertite anche a diversi chilometri di distanza. Ai residenti di almeno 12 comuni nelle vicinanze è stato chiesto già dal primo mattino di non uscire di casa, mentre le tv mostravano l’enorme coltre di fumo e fiamme altissime sprigionarsi dai capannoni da cui provenivano numerose esplosioni. L’allerta comunque resta alta, nonostante lo spegnimento dell’incendio sia stato confermato dalla prefettura. I Vigili del fuoco hanno infatti lasciato un presidio di 120 uomini intorno all’impianto.

Questo secondo grave incidente, a distanza di meno di sette anni dal precedente, ha suscitato numerose polemiche. “Dire che il gruppo Lubrizol rispetta le norme nel suo stabilimento di Rouen è scandaloso”, ha attaccato Gérald Le Corre, responsabile di un sindacato locale. Proteste anche sul fronte politico. “La gestione del dramma che vive la metropoli di Rouen è scandalosa ed umiliante”, ha scritto in un tweet il segretario di Europe Ecologie Les Verts (Eelv), David Cormand, invocando “informazioni precise e regolari. L’atteggiamento ‘circolare, non c’è niente da vedere!’ delle autorità è inaccettabile”. Da parte sua, il leader della France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon, ha denunciato il “mutismo” delle autorità e dei media, in un contesto il cui la notizia della morte dell’ex presidente, Jacques Chirac, ha in parte distolto l’attenzione dai fatti di Rouen. Intanto oggi in città sono arrivati i ministri della Salute, Agnès Buzyn, della Transizione Ecologica, Elisabeth Borne e dell’Istruzione, Jean Michel Blanquer. Quest’ultimo ha assicurato che entro “lunedì mattina” tutte le scuole chiuse durante l’emergenza verranno pulite e riaperte agli studenti.

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