Né maschio né femmina. Ma libera di essere come vuole, senza etichette. In pratica “gender fluid“. È la nuova bambola proposta dalla Mattel e lanciata ieri sul mercato con il marchio Creatable World. Pur assomigliando alle celebre creazioni del marchio, il giocattolo non è una Barbie, né una Bratz, per i nostalgici degli anni ’90, ma una nuova idea pensata per un mondo inclusivo, che superi gli stereotipi del “rosa per le femmine” e il “celeste per i maschi”.

I piccoli potranno totalmente personalizzare il giocattolo, che, di proposito è senza seno e con una corporatura “neutra”. Dal taglio di capelli, lunghi, corti, rasati o asimmetrici, agli abiti da far indossare, che vanno dalle felpe, al tutù e passano per jeans e gonne, i bambini saranno liberi di dare sfogo alla loro fantasia e creatività. Il nome, non a caso, evoca proprio questo. La traduzione è infatti “creabile”, in pratica un invito a dar vita a qualsiasi bambola si voglia. Sei i diversi kit acquistabili, disponibili in varietà di colori di pelle differenti. Ognuno include una bambola, una parrucca con capelli lunghi, sei tipologie di indumenti, tre paia di scarpe, un cappello e un paio di occhiali da sole.

“I giocattoli sono il riflesso della cultura e, dal momento che il mondo continua a celebrare l’impatto positivo dell’inclusività, abbiamo sentito che era arrivato il momento di creare una linea di bambole libera da ogni etichetta”, ha spiegato Kim Culmone Senior Vice President di Mattel Fashion Doll Design. La nuova simil-barbie è frutto di un lavoro di equipe. All’idea si sono infatti dedicati non solo gli esperti, ma anche i genitori, gli psicologi, i medici e gli stessi bambini. “Attraverso la ricerca, abbiamo appreso che i bambini non vogliono che i loro giocattoli siano definiti da stereotipi di genere – ha proseguito la Culmone – Per questo la linea, che consente ai bambini e alle bambine di esprimere liberamente loro stessi, è stata particolarmente apprezzata da loro”.

Un processo verso l’abbattimento degli stereotipi, in particolare quelli di genere, che l’azienda ha già iniziato da qualche anno, lasciandosi alle spalle la discussa perfezione che ha suggerito alle bambine fin dal 1959. Così la Mattel ha lanciato, ad esempio, la Barbie Curvy, oppure ha aperto al multiculturalismo, includendo bambole di colore, o ancora ha promosso un rilancio dello storico giocattolo sul piano delle professioni, suggerendo ai bambini di sviluppare al meglio le loro potenzialità.

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