Dopo le ormai storiche chiusure, il primo spiraglio. I Verdi europei hanno aperto alla possibilità di dialogo con la delegazione M5s a Bruxelles. Questo non significa, per il momento, che sia stata avviata la procedura per l’adesione al loro gruppo, ma che si sono detti disposti a ragionare su alcuni punti. La riunione è iniziata nella mattina del 18 settembre, poi sospesa, è ripresa nel pomeriggio. In serata, il gruppo guidato dal belga Philippe Lamberts e dalla tedesca Ska Keller si è detto disponibile a larga maggioranza ad aprire ad un incontro con i pentastellati.

La svolta odierna è però solo il primo passo di una strada che, sembra essere ancora lunga per il M5s che, che forte di una squadra di 14 eurodeputati da mesi cerca casa a Strasburgo dopo essere rimasto orfano di un gruppo a seguito delle Europee di fine maggio. L’apertura ad un incontro esplorativo con la delegazione guidata da Tiziana Beghin, sarà anche un modo per capire la “vera natura” dei cinquestelle, hanno specificato fonti dei Verdi. Insomma servirà a sondare gli umori, a sondarsi, in vista di una eventuale fase futura di dialogo, che potrebbe o meno portare in caso ad un ingresso nel gruppo del Movimento. “Accogliamo con soddisfazione l’apertura del gruppo dei Verdi al dialogo con la nostra delegazione”, ha commentato la delegazione 5 stelle. “Siamo pronti a confrontarci con spirito costruttivo sui singoli temi per rafforzare insieme l’agenda verde della prossima Commissione europea”.

Alla riunione dei Verdi, come ricostruito dall’agenzia Ansa, si sono confrontate le varie anime del gruppo. Quella più oltranzista che ha contestato le decisioni e le scelte fatte in passato dai 5 stelle in Italia, come l’alleanza con la Lega di Matteo Salvini con quella più moderata e propensa al dialogo. Prese di posizione, punti di vista che rappresentano le varie identità, anche geografiche del Gruppo ecologista. Tra i più propensi ad un incontro sono state le rappresentanze di alcuni paesi scandinavi, dove i Verdi occupano posizioni di governo, ma anche la maggioranza dei francesi. Chi invece ha mostrato forti resistenze anche solo all’idea di una missione esplorativa, è stata – secondo quanto si è appreso – la delegazione tedesca.

Eppure anche tra i tedeschi ci sarebbe qualche deputato possibilista. L’ingresso di 14 europarlamentari altererebbe gli equilibri interni al gruppo, ma consentirebbe ai Verdi, che perderebbero 11 deputati con la Brexit, di compensare la perdita, restando il quarto gruppo dell’emiciclo davanti ai sovranisti di Id, e di guadagnare anche un altro vicepresidente del Parlamento, Fabio Massimo Castaldo, che è riuscito a farsi eleggere pur stando tra i non iscritti, un unicum nella storia dell’Aula. Per i 5 stelle invece, vorrebbe dire uscire dal limbo dei non iscritti, entrando in un gruppo comunque dall’impostazione europeista, anche se gli ecologisti, pur partecipando alle trattative in vista della formazione di una maggioranza, alla fine non hanno votato a favore di Ursula von der Leyen, a differenza dei 5 stelle (che si sono rivelati decisivi, perché l’ex ministra della Difesa tedesca è stata eletta di misura). Inoltre, le battaglie dei Verdi sono vicine a quelle care storicamente al Movimento. Altri due approdi possibili sono i gruppi che ad oggi sono senza italiani: i Liberali di Renew Europe, con i quali un tentativo era già stato fatto nel 2017 (invano), quando si chiamavano Alde, e la sinistra della Gue/Ngl, che tuttavia in politica estera ha posizioni su temi sensibili come il Venezuela e la Nato che ora, con il capo politico Luigi Di Maio alla guida della Farnesina, potrebbero creare qualche imbarazzo. E soprattutto, proprio la sinistra nei mesi scorsi si era già espressa contro la proposta di fare un gruppo con i 5 stelle.

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