Avrà inizio alle 10.30 quello che si annuncia come un nuovo corso dei rapporti tra Roma e Bruxelles. A quell’ora a Palazzo Charlemagne, nella capitale belga è in calendario l’incontro tra Giuseppe Conte, capo del governo M5s-Pd che ieri ha ottenuto la fiducia in Senato, e Ursula Von der Leyen, presidente designata della Commissione europea che ieri ha ufficializzato la nomina di Paolo Gentiloni a commissario Ue per gli Affari economici. Un incontro che si svolgerà su un terreno che vede diversi punti in comune tra le necessità di Roma e i progetti del nuovo capo dell’esecutivo comunitario.

“Dobbiamo riformare Dublino – ha spiegato l’ex ministro della Difesa tedesca dopo aver ufficializzato le nomine – ed è una questione che riguarda la solidarietà, che per definizione non può dipendere da una posizione geografica. Non può essere la base sulla quale un” Paese “deve assumersi maggiori responsabilità per esempio rispetto all’arrivo dei migranti”. “Dunque Dublino deve essere riformato e ne parleremo con molto impegno. Ciò è uno dei punti fondamentali del nostro programma”, ha sottolineato Von der Leyen.

Parole che suonano come musica alle orecchie di Roma, che da sempre chiede ai partner continentali una più equa distribuzione dei compiti nella gestione dei flussi migratori provenienti dall’Africa. Nel discorso con cui ha chiesto la fiducia a Palazzo Madama, Conte ha ribadito che “va modificato il regolamento di Dublino”, ovvero il trattato che impone al Paese di arrivo di accogliere i migranti che fanno richiesta di asilo sul suo territorio.”Lavoreremo su un piano multilivello, con più collaborazione con i Paesi di origine, di transito, per contrastare i traffici illeciti e l’immigrazione clandestina – ha spiegato il presidente del Consiglio in Aula. Toccando anche un tema caro al suo ex premier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini: “Uno stato sovrano ha il diritto a regolare l’accesso ai propri confini, rafforzando i rimpatri. Sinora abbiamo avuto pochi accordi: tutto il tema va gestito a livello europeo“.

Il secondo terreno su cui Roma e Bruxelles sono intenzionati a trovare punti d’incontro è quello dell’economia. Uno di quelli su cui le due parti dovranno lavorare molto è quello che riguarda i patti in materia economica. Gentiloni dovrà assicurare “l’applicazione del patto di stabilità, utilizzando appieno la flessibilità permessa all’interno delle regole”, ha scritto la presidente nella lettera d’investitura inviata al neo-commissario. “Ciò – si legge ancora – ci aiuterà ad avere una politica di bilancio più favorevole alla crescita economica nell’area euro e a stimolare gli investimenti, salvaguardando nel contempo la responsabilità nella gestione dei bilanci”. La crescita resta uno degli obiettivi del governo italiano, ha ribadito da parte sua Conte, che però nel discorsi tenuto dinanzi ai senatori non ha mancato di riaffermare la volontà del nuovo esecutivo di adoperarsi con l’aiuto delle opposizioni per la “revisione del patto di stabilità“.

Nei piani di Von der Leyen, inoltre, Gentiloni dovrà “guidare il lavoro sulla progettazione di uno schema europeo di riassicurazione per i sussidi di disoccupazione, al fine di proteggere i nostri cittadini e per ridurre la pressione sulle finanze pubbliche in occasione di choc esterni, lavorando a stretto contatto con il commissario al Lavoro”, il lussemburghese Nicolas Schmit. La creazione di una protezione comune europea contro la disoccupazione è uno degli obiettivi tradizionalmente perseguiti a Bruxelles dalla diplomazia italiana.

A giudicare dalle premesse, invece, un punto di incontro Conte e Von der Leyen lo hanno già trovato sulle politiche per l’ambiente. “Vogliamo indirizzare il Paese verso l’economia circolare – ha spiegato il premier, che in giornata vedrà anche il presidente del Parlamento Europeo David Sassoli e il numero uno designato del Consiglio Europeo, Charles Michel – Ci impegniamo a introdurre nella Costituzione il principio del rispetto dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile“. Un obiettivo che sembra andare di pari passo con la sensibilità del neo presidente della Commissione Ue, che al suo vicepresidente esecutivo Frans Timmermans ha affidato il compito di guidare l’elaborazione di un Green deal europeo “che dovrebbe essere presentato nei primi 100 giorni del mandato”. Un contesto nel quale l’Italia coltiva un sogno: che per i Paesi membri gli investimenti pubblici “verdi” possano essere scomputati dal calcolo del deficit ai fini del patto di Stabilità.

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