È salito a 20 morti il numero delle vittime causate dal passaggio dell’uragano Dorian sulle Bahamas, come fa sapere il ministero della Salute nel bollettino di mercoledì sera spiegando che questa cifra è destinata ad aumentare. “Le operazioni di salvataggio e l’esplorazione delle case allagate sono appena iniziate”, hanno confermato dal ministero. Il numero dei morti è stato confermato anche dal premier Hubert Minnis, che ha avvertito come la devastazione causata da Dorian alle Bahamas, in particolare sulle Isole Abaco e Grand Bahama, durerà “per generazioni”.

“Ci sono 70mila persone con immediata necessità di assistenza vitale” sulle isole di Abaco e Grand Bahama, accessibili solamente in elicottero, poiché le strade e gli aeroporti sono stati danneggiati o allagati. È quanto riferito dal responsabile umanitario delle Nazioni Unite, Mark Lowcock, che è volato a Nassau, capitale delle Bahamas, per incontrare Minnis. Parlando telefonicamente con i giornalisti, Lowcock ha annunciato che l’Onu metterà subito a disposizione un milione di dollari per finanziare l’assistenza, ma che serviranno altri fondi. Le necessità della popolazione dell’arcipelago vanno dall’acqua potabile e al cibo, fino ai rifugi e ai medicinali. Inoltre deve ancora essere completato l’esame delle zone colpite da Dorian ed “è probabile che il bilancio delle vittime sarà più alto”, ha concluso Lowcock.

Marsh Harbour, la principale città delle Isole Abacos, è stata distrutta al 60%: l’aeroporto era completamente allagato, l’intera area sembrava un lago. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha espresso le sue condoglianze, annunciando che Washington fornirà tutto il sostegno necessario alla popolazione. Intanto, gli esperti fanno sapere che Dorian è risalito a categoria 3 (dopo essere sceso da 5 a 2), mentre si appresta a colpire le coste sudorientali degli Stati Uniti minacciando di inondazioni la Georgia e il sudovest della Virginia. Il ciclone potrebbe mantenere questa intensità per circa 12 ore, ma il National Hurricane Center prevede un suo progressivo indebolimento domani e venerdì. Oltre 1.500 persone si sono messe al riparo in 28 rifugi della Carolina del Sud, dove raffiche di pioggia hanno iniziato nella tarda serata di ieri a colpire la storica città portuale di Charleston.

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