Cresce il numero di persone colpite da tumori alla gola, e molto spesso il colpevole è il Virus del Papilloma Umano (HPV), un’infezione trasmessa prevalentemente per via sessuale. I nuovi casi sono circa 2000 ogni anno, un numero che nell’ultimo decennio è triplicato. A lanciare l’allarme sono gli esperti di tumori dell’orofaringe, che per la prima volta si riuniranno in Italia, a Roma, in occasione del 7/mo Congresso mondiale dell’International Academy of Oral Oncology (IAOO), dall’1 al 3 settembre.

“Negli ultimi dieci anni i tumori orofaringei sono aumentati del 300%, soprattutto in relazione all’aumento di infezioni da Hpv, responsabile, in Italia, del 40% dei casi” e spesso si tratta di “soggetti giovani“, spiega il presidente del Congresso Giuseppe Spriano, responsabile Otorinolaringoiatria dell’IRCCS Humanitas e docente di Humanitas University. “Ci aspettiamo un’ulteriore crescita di questi tumori legata al virus poiché la prevalenza è 18 volte superiore rispetto al passato”, aggiunge.

Ad aprire il Congresso sarà il professor Harald Zur Hausen, Premio Nobel per la Medicina nel 2008 per aver scoperto la correlazione tra virus e tumori. Fino a pochi anni fa, spiega, “si riteneva che il 20% dell’incidenza globale di tumori fosse collegata a vari tipi di infezioni di virus, batteri e parassiti. Attualmente si ritiene che questa percentuale sia in aumento e calcoliamo che fino al 50% di tutti i tumori ha alcuni collegamenti con eventi infettivi“. Tra questi, vi sono i tumori alla gola e alla bocca causati dall’Hpv che viene trasmesso attraverso il sesso orale. Fortunatamente oggi questi pazienti possono guarire se diagnosticati in tempo, ma il vaccino rappresenta la principale arma di prevenzione ed è disponibile in Italia, sia per le femmine sia per i maschi, a partire dagli 11 anni di età. “La copertura è ancora lontana da quella auspicata, soprattutto nei maschi e di questo passo”, conclude Spriano, “la riduzione d’incidenza legata alla vaccinazione richiederà decenni”.

I tumori della gola causati dall’HPV si presentano in soggetti più giovani rispetto ai casi di tumore da fumo. Fortunatamente oggi però la possibilità di guarigione è più alta. “In Humanitas il percorso terapeutico è frutto di un lavoro multidisciplinare, che vede coinvolti diversi specialisti – continua il prof. Spriano. Un altro argomento trattato al Congresso è quello dei tumori del cavo orale. Nello screening dei tumori del cavo orale, oggi, è possibile anticipare la diagnosi grazie anche ad una moderna tecnologica di cromoendoscopia digitale chiamata NBI (Narrow Band Imaging), già utilizzata in vari ambiti endoscopici, che permette di distinguere il tessuto sano da quello sospetto per localizzazione tumorale”.

La scelta del trattamento dipende dal tipo di neoplasia, dalla sede e dallo stadio, ma anche dalle condizioni generali del paziente. “La chirurgia mininvasiva e robotica, soprattutto per i pazienti più giovani che hanno maggiori necessità estetiche e funzionali, in genere è il trattamento di prima scelta ma possono essere indicate anche chemioterapia, radioterapia o una combinazione delle diverse opzioni”, conclude Spriano.

Anche nell’ambito della chirurgia tradizionale si è fatto un grande passo avanti nell’impiego della chirurgia ricostruttiva. Oggi, infatti, è possibile sostituire i tessuti rimossi con veri e propri trapianti autologi (cioè del paziente stesso) di tessuti prelevati dalle braccia o dalle gambe e trapiantati nella zona operata per ricostruire i tessuti asportati, con grandi vantaggi funzionali ed estetici per il paziente.

I tumori testa-collo rappresentano il 20% di tutti i tumori maligni nell’uomo e sono un gruppo di neoplasie che origina principalmente dalle cellule squamose dei tessuti di organi quali labbra, cavo orale, lingua, gola, laringe, faringe, cavità nasali e seni paranasali, ma anche da ghiandole salivari, tiroide, cute del viso e del collo, orbita. In Italia si stima che vi siano ogni anno circa 6.500 nuovi casi di tumori del cavo orale e della faringe e poco meno, circa 5.500, di tumori della laringe; i tumori della tiroide sono meno frequenti, più numerosi nella donna, e sono circa 1.000-1.500 nuovi casi all’anno. La sopravvivenza globale è migliore rispetto a quella di tumori di altre sedi, generalmente più aggressivi, con una media di guarigioni che va dal 50-60% a quasi il 90% per i tumori tiroidei.

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