“Quando vuole ci possiamo confrontare. Così, documenti alla mano, vediamo chi ha fatto di più gli interessi dell’Italia. Partiamo dall’immigrazione magari, visto che non si è presentato all’incontro dei ministri dell’Interno europei”. Risponde così Sandro Gozi, ex sottosegretario dem agli Affari europei nei governi Gentiloni e Renzi e già candidato alle Europee in Francia con il partito di Emmanuel Macron, alle durissime critiche montate lunedì dopo la notizia della sua nomina della sua nomina con lo stesso ruolo nel governo francese di Edouard Philippe in attesa di prendere possesso di uno scranno all‘Europarlamento “al posto degli inglesi che diranno addio a Bruxelles”.

In una intervista a La Stampa l’ex sottosegretario Pd replica al vicepremier leghista e ministro dell’Interno Matteo Salvini che ieri ha attaccato: “Immaginate di chi facesse gli interessi questo personaggio quando era nel governo italiano. Pazzesco, questo è il Pd!”. Gozi risponde mettendo in evidenza le incongruenze sul fronte migranti. “Uno che dice che andrà in Europa a sbattere i pugni sul tavolo almeno deve sedersi a quel tavolo. Invece lui scappa, perché gli fa comodo non risolvere davvero il problema”.

Alla domanda se “non era meglio combattere i populisti dall’Italia”, Gozi risponde: “Ho ricevuto le stesse critiche in Italia e in Francia, dall’estrema destra”. E aggiunge: “Mi considero un uomo di confine che lavora per abbattere i confini della politica nazionale. Questo non vuol dire addio agli Stati nazione, ma che l’unico progetto europeo valido è transnazionale, come è quello di Macron. Le dirò di più: siamo noi i veri sovranisti“. Il sottosegretario M5S Stefano Buffagni “ha detto anche che è vomitevole che io lavori per Macron. Bene – rimarca Gozi – spero allora che i suoi colleghi europarlamentari del M5S non vogliano avere nulla a che fare con il nostro gruppo a Bruxelles, Renew Europe“, i liberali ex Alde, “visto che mi risulta che stiano ancora cercando apparentamenti…”.

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Sandro Gozi, con Macron lo stesso incarico di governo che aveva con Renzi e Gentiloni. M5s: “Sospetto”. Fdi-Lega: “Quali dossier seguì?”

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