“Il giorno stesso della discussione della mia tesi di laurea, uno dei miei professori mi ha consigliato di andare a Malta per studiare inglese e fare la specialistica. Sulla strada del ritorno a Librizzi, il paese dove sono nato e cresciuto, io e i miei genitori abbiamo subito discusso di questa possibilità, e loro: ‘Perché non ci provi?’. Per Andrea Consalvo Rifici, 30enne originario della provincia di Messina, trasferirsi a Malta ha significato diventare brand manager in un pugno di mesi. Vive ormai da sei anni nell’isola, il più piccolo stato dell’Unione che oggi è una delle nazioni europee col più basso tasso di disoccupazione e con la crescita economica più impetuosa.

A La Valletta Andrea è arrivato dopo la laurea triennale a Messina in Economia del turismo e dell’ambiente, visto che in Sicilia le opportunità di trovare lavoro erano pochissime. Dopo la laurea ha quindi pensato di aprirsi “a nuove esperienze, ad altre prospettive”. E così la settimana dopo era già a Malta. “Per mesi ho frequentato un corso d’inglese, portando a casa l’attestazione necessaria per l’iscrizione all’università. Lì ho scelto la specialistica in ‘Integrated Marketing Communications’, in un corso offerto dall’Università di Malta in collaborazione con il King’s College London. Ottenuta la laurea, sono stato scelto come uno dei testimonial del corso: la mia prima grande soddisfazione”.

Una volta finita la specialistica, trovare lavoro è stata questione di poco. Di lì a breve è arrivata l’assunzione come manager del “Nativity Museum” della capitale maltese. E questo è stato soltanto l’inizio. Due anni fa è stato infatti assunto, con un contratto a tempo indeterminato, da una società che lavora per una grande multinazionale americana e oggi è diventato brand manager. “Nel 2018 uno dei miei progetti è stato scelto come ‘Monster best practice’ e condiviso con altre aziende in Europa”, spiega. E secondo lui, tutti i suoi passaggi professionali, avvenuti in modo rapido, in Italia non sarebbero stati possibili. “A Malta il sistema di ‘reclutamento’ bada al sodo: cercano il merito, ti valutano sul campo. Mi hanno dato subito fiducia e incarichi apicali, nonostante fossi giovane”. Un punto da non sottovalutare per chi si trasferisce a Malta, però, è il costo della vita. “Qui le tasse incidono sugli stipendi molto meno che in Italia. Ma gli affitti sono in costante aumento, anno dopo anno. I lavoratori specializzati, poi, non riescono a risparmiare granché. Nel mio caso mi ritengo fortunato, perché ho un contratto a tempo indeterminato che mi garantisce uno stipendio superiore rispetto alla media oltre a servizi fondamentali come l’assicurazione sanitaria”.

Andrea è tra i tanti italiani che hanno scelto Malta. Nel corso degli anni ha incontrato centinaia di altri connazionali che si sono trasferiti come lui spinti dagli sbocchi lavorativi che promette. In base alla sua esperienza, spiega che sono le stesse grandi compagnie che operano sull’isola, “dovendo gareggiare per accaparrarsi i migliori talenti, a garantire i diritti dei lavoratori”. Il clima, il mare e i paesaggi da cui è circondato oggi gli ricordano la sua terra di provenienza, ma negli anni ha potuto constatare che a Malta le prospettive, a parità di condizioni di partenza, sono diverse. “Certo, ci sono anche rinunce da fare – dice – Come, ad esempio, tornare in Sicilia solo una volta l’anno. La famiglia e gli amici mi mancano molto. E la sera, dopo il lavoro, continuo a studiare per migliorarmi. Ma va bene così, qui mi trovo benissimo”.

Articolo Precedente

“In Danimarca faccio la magistrale, lavoro e sono indipendente. In Italia laureati brillanti pagati con rimborsi spese”

next
Articolo Successivo

“Noi ex studenti finanziamo due borse di studio: così ringraziamo l’Italia per la formazione che ci ha dato”

next