“I migranti sono persone, non si tratta solo di questioni sociali o migratorie! I migranti oggi sono il simbolo di tutti gli scartati della società globalizzata”. A dirlo è Papa Francesco, nell’omelia della messa nella Basilica Vaticana dedicata ai migranti e ai loro soccorritori, in occasione del sesto anniversario della sua visita a Lampedusa. La messa, a cui hanno assistito un gruppo di 250 persone tra migranti, rifugiati e volontari dell’accoglienza e che viene celebrata con il coro vestito a lutto per ricordare i tanti morti in mare, avviene pochi giorni dopo gli ultimi due casi che hanno coinvolto l’Italia: il caso della Sea Watch, la nave della ong tedesca che ha salvato 42 migranti in acque libiche e li ha portati a Lampedusa, e quello della nave Alex della ong italiana Mediterranea, che sabato scorso è attraccata nel porto dell’isola siciliana con 46 migranti a bordo. Casi che hanno scatenato un ampio dibattito sulle politiche migratorie italiane ed europee.

Anche dal Papa arriva una netta presa di posizione: “In questo sesto anniversario della visita a Lampedusa, il mio pensiero va agli ultimi che ogni giorno gridano al Signore, chiedendo di essere liberati dai mali che li affliggono”, ha detto il pontefice a San Pietro. “Sono gli ultimi ingannati e abbandonati a morire nel deserto – ricorda – sono gli ultimi torturati, abusati e violentati nei campi di detenzione; sono gli ultimi che sfidano le onde di un mare impietoso; sono gli ultimi lasciati in campi di un’accoglienza troppo lunga per essere chiamata temporanea. Essi sono solo alcuni degli ultimi che Gesù ci chiede di amare e rialzare”.

Dal pontefice un richiamo a tutti: “Si tratta di una grande responsabilità, dalla quale nessuno si può esimere se vogliamo portare a compimento la missione di salvezza e liberazione alla quale il Signore stesso ci ha chiamato a collaborare”. E conclude l’omelia rivolgendosi direttamente ai migranti che stanno assistendo alla messa: “So che molti di voi, che sono arrivati solo qualche mese fa, stanno già aiutando i fratelli e le sorelle che sono giunti in tempi più recenti. Voglio ringraziarvi per questo bellissimo segno di umanità, gratitudine e solidarietà”.

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