Una partita vinta con la testa prima che con la tecnica. Quattro ore e diciotto minuti che certificano ormai un dato di fatto: il tennis italiano ha ufficialmente trovato un erbivoro (rarità per un tennis tradizionalmente terraiolo) e il punto di riferimento per gli anni a venire. Matteo Berrettini batte l’argentino n. 24 del mondo Diego Schwartzam per 6-7 7-6 4-6 7-6 6-3 al termine di una partita di grande tensione e qualità che ha visto il tennista romano recuperare da due set a uno e salvare ben tre match point nel quarto parziale. Con questa vittoria il 23enne azzurro riporta il tennis italiano nella seconda settimana di Wimbledon dopo sei anni, quando Andreas Seppi nel 2013 si arrese a Juan Martin Del Potro. Il quinto nell’Era Open dopo lo stesso altoatesino, Pozzi (nel 2000), Sanguinetti (1998) e Adriano Panatta (1979). Prima di loro otto azzurri si sono spinti fino a questo punto del torneo: Uberto de Morpurgo nel 1928, Giorgio de Stefani nel 1933, Rolando del Bello nel 1949, Gianni Cucelli nel 1949, Fausto Gardini nel 1951, Beppe Merlo nel 1955, Orlando Sirola nel 1959 e 1962 e per cinque volte Nicola Pietrangeli: nel 1955, 1956, 1958, 1960 (l’anno della semifinale che rappresenta il massimo risultato per un italiano a Wimbledon) e nel 1965.

Lunedì 8 luglio Berrettini giocherà il suo primo ottavo di finale in un Major in carriera, debuttando sul leggendario Centrale dei Championship contro un avversario speciale: Roger Federer. Una prestazione, quella contro il nativo di Buenos Aires, che ha esaltato tutte le capacità mentali e tennistiche di Berrettini e che conferma il grande feeling dell’azzurro sulla superficie verde, dopo la vittoria nel 250 di Stoccarda (su Felix Auger Aliassime) e il quarto di finale nel 500 di Halle (sconfitto da David Goffin) di poco meno di un mese fa. Un’impresa che è riuscita a mitigare anche la delusione per le sconfitte di Fabio Fognini, contro Tennys Sandgren in tre set, e di Thomas Fabbiano di venerdì scorso, contro lo spagnolo Fernando Verdasco. Prima dell’argentino l’azzurro ha avuto la meglio sull’inglese Bedene e sul cipriota Baghdatis, quest’ultimo all’ultima partita della carriera. Con questa vittoria inoltre Berrettini sale virtualmente n. 18 al mondo, a soli 195 punti dalla Top 15. Nella Race stagionale invece la posizione attuale è al dodicesimo posto.

Una vittoria che, come accennato sopra, regalerà al classe 1996 la possibilità di misurarsi contro l’otto volte campione di Wimbledon Roger Federer, vincente nel suo terzo turno in tre set contro il francese Lucas Pouille. Un partita in cui Berrettini partirà con gli sfavori del pronostico ma anche con la consapevolezza di non avere nulla da perdere. Dotato di un servizio abbondantemente sopra i 200 km/h e di un diritto notevole il romano possiede le armi giuste per impensierire il 20 volte campione Slam e per provare a ottenere l’accesso per un quarto di finale a Wimbledon che manca al tennis italiano da 21 anni, quando Davide Sanguinetti approfittò di un tabellone agevole prima di venire sconfitto da Richard Krajicek. Tra Berrettini e il nativo di Basilea si tratta del primo scontro diretto. Roger Federer che ha un bilancio decisamente positivo negli Slam contro i tennisti italiani: una sola sconfitta in oltre venti anni di Major disputati. L’unico capace di batterlo fu Andreas Seppi al terzo turno degli Australian Open 2015. Oltre alla sfida tra lo svizzero e Berrettini completano il quadro degli ottavi di finale: Djokovic – Humbert, Goffin – Verdasco, Pella, Raonic, Bautista Agut – Paire, Querrey – Sandgren, Sousa – Nadal e Nishikori – Kukushkin.

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