Spalle girate durante l’Inno alla Gioia. Durante la prima plenaria della nuova legislatura europea, a Strasburgo, i deputati del Brexit Party di Nigel Farage hanno inscenato questa contestazione nei confronti dell’inno adottato dalle istituzioni dell’Unione europea per ribadire la posizione del partito: un’uscita dall’Ue rapida e senza concessioni. A rimanere seduti anche alcuni parlamentari francesi del gruppo sovranista Identità e Democrazia guidato dalla Lega. I 14 esponenti del Movimento 5 Stelle, ancora in cerca di un’affiliazione politica, siedono invece tra i banchi dei “non iscritti”

Tra coloro che hanno manifestato il loro dissenso ci sarebbero anche alcuni indipendentisti catalani, dopo che la Corte di Giustizia dell’Ue ha respinto il ricorso presentato a fine maggio dall’ex presidente catalano, Carles Puigdemont, per assumere le sue funzioni in qualità di eurodeputato alla sessione odierna della plenaria. Il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, ha dovuto richiamare all’ordine gli eurodeputati, chiedendo a tutti i 748 membri dell’Aula di alzarsi in piedi.

Il portavoce del Parlamento Ue ha fatto sapere che “ci sono 57 deputati non iscritti al Parlamento europeo e tra questi il 43% sono deputati dell’ex gruppo Efdd che non esiste più”. A farne parte, oltre agli euroscettici di Farage, sono proprio i Cinque Stelle: “Al momento siamo nei non iscritti e sappiamo bene quanto questo limiti le nostre possibilità e mi auguro come tutti che invece ci sarà la possibilità di trovare una collocazione adeguata ad una delegazione di 14 elementi – ha dichiarato in proposito Dino Giarrusso – Se così non sarà, continueremo le nostre battaglie da non iscritti, chiaramente sappiamo che stare in un gruppo ci darà più forza”.

Poi sulla scelta del Brexit Party di voltare le spalle, l’eurodeputato M5s ha detto: “Quella scena mi è sembrata poco rispettosa per le istituzioni. Non è il massimo vedere qualcuno che, quando il presidente chiede di alzarsi in piedi nel momento in cui si stava per eseguire l’inno europeo, volta le spalle. Ognuno è responsabile di quello che fa, ma penso che sia più giusto criticare le scelte dell’Ue da dentro come noi abbiamo sempre fatto, cercando di ottenere di più per l’Italia, piuttosto che girarsi dall’altra parte”.

Il nuovo Parlamento che ha dato oggi il via alla sua prima seduta presenta alcune novità rispetto alla precedente legislatura, con il 39% di ‘vecchi’ eurodeputati e il 61% di nuovi. Gli uomini rappresentano il 60% e le donne il 40%. La deputata più giovane ha 21 anni, è danese e del gruppo dei Verdi, mentre il più anziano è Silvio Berlusconi.

Cambiano anche i gruppi politici: la lista completa comprende il Ppe, i Socialisti, Renew Europe, che mette insieme gli ex liberali di Alde e i francesi della formazione ideata dal presidente francese Emmanuel Macron, Identità e democrazia, la formazione che riunisce i sovranisti, tra cui la Lega. E poi a seguire i Conservatori di Ecr, l’estrema sinistra di Gue e i Verdi.
Nella prima plenaria il Parlamento europeo eleggerà il suo presidente e poi i suoi vicepresidenti. Successivamente si voterà la composizione numerica delle commissioni. E scadrà martedì alle 22 il termine ultimo per presentare le proprie candidature alla presidenza della plenaria: tra i nomi circolati non c’è, al momento, quello di Manfred Weber, che Merkel e Macron volevano come sostituto di Antonio Tajani nel primo mandato di due anni e mezzo, mentre è stata ufficializzata la candidatura di Ska Keller, candidata di punta dei Verdi per la Commissione europea. Si parla anche dell’ex capogruppo Alde, Guy Verhofstadt, anche lui indicato dai franco-tedeschi come possibile presidente nel secondo mandato, di David Sassoli del Pd, di rappresentanti di Gue e di Identità e Democrazia. Il Ppe è deciso a combattere per la poltrona che è stata di Antonio Tajani spendendo la carte del primo vicepresidente uscente, l’irlandese Mairead McGuinness. Ma a spuntarla sembrano essere stati i Socialisti: potrebbe esserci l’accordo sul nome del bulgaro Sergei Stanishev, presidente del Partito Socialista Europeo ed ex primo ministro di Sofia.

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