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Concorso presidi, Tar del Lazio annulla lo scritto. Cgil: “Per la scuola è un disastro”

Al concorso hanno partecipato 15 mila persone, 9600 hanno superato le prove preselettive, 3800 gli scritti, gli orali erano in via di conclusione. I posti sono circa 2900
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Il Tar del Lazio ha annullato lo scritto dell’ultimo concorso per i presidi. Da quanto si apprende da fonti Miur, il ministero con l’Avvocatura dello Stato intende presentare ricorso al Consiglio di Stato. Il tribunale, in particolare, ha accolto il ricorso sulla base di una censura giudicata infondata dai tecnici del ministero: non sussistevano, secondo il dicastero, i presupposti per la ritenuta incompatibilità di alcuni commissari. L’obiettivo del Miur a quanto si apprende è arrivare ad una sospensiva in via d’urgenza con la speranza di portare in salvo il concorso.  Al concorso hanno partecipato 15 mila persone, 9600 hanno superato le prove preselettive, 3800 gli scritti, gli orali erano in via di conclusione. I posti sono 2900 circa.

“L’annullamento del concorso per i presidi se confermato è un disastro per la scuola italiana. Duemila scuole rimarrebbero senza dirigenti scolastici”, dice la sindacalista Cgil Roberta Fanfarillo che aggiunge. “Stiamo chiedendo un incontro urgente al ministro Bussetti perché si possa salvare almeno una parte della procedura”. Interviene anche la Uil scuola che, attraverso i propri uffici legali, cercherà di intervenire al fine di tutelare tutti i propri iscritti, sia quelli esclusi dal concorso, che a favore di tutti i candidati che legittimamente hanno superato le diverse fasi concorsuali. “Un vizio di forma travolge il concorso a presidi: il Tar del Lazio rileva un mancato controllo e un difetto di vigilanza che il Miur avrebbe dovuto svolgere. Inizia un calvario giudiziario che vede, sia negli esclusi che nei vincitori di concorso, le vittime di un sistema che mostra, ancora una volta tutti i suoi limiti”, commenta il sindacato. “Chiediamo, però, l’immediato intervento del Ministro e di tutto il suo staff – continua – affinché intervenga per garantire i diritti di tutti i candidati, nessuno escluso. La stessa politica è anche chiamata alla sua responsabilità oggettiva e a mettere in discussione un sistema che ha mostrato di non essere non solo inefficace, ma incapace a risolvere problemi di selezione che vanno sicuramente cambiati”.

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