La produzione industriale registra la seconda flessione congiunturale consecutiva, dopo gli aumenti di inizio anno. Ad aprile 2019 l’Istat rileva un calo dello 0,7% da marzo. Anche su base annua c’è una contrazione dell’1,5% dell’indice corretto per gli effetti di calendario. A trascinare verso il basso la produzione è soprattutto il settore auto che diminuisce ad aprile del 17,1% rispetto allo stesso mese del 2018. Nei primi quattro mesi dell’anno per il settore emerge una contrazione cumulata del 14,7%. L’Istat sottolinea anche che “nonostante la flessione di aprile, la variazione congiunturale su base trimestrale si mantiene positiva“. La produzione di febbraio-marzo-aprile ha segnato un +0,7% rispetto a tre mesi precedenti.
Il calo della produzione industriale ad ha aprile ha investito anche la Germania, dove è andata molto peggio, con una contrazione congiunturale dell’1,9% e un calo su base annua dell’1,8. In Italia, detto del crollo del settore auto, da marzo l’indice è in aumento solo per il comparto energia (+3,6%), mentre i beni strumentali segnano -2,5%, i beni intermedi -0,7% e i beni di consumo -0,5%.
Rispetto ad aprile 2018, risultano in flessione 13 settori su 15 ai quali corrisponde un peso pari a quasi l’80% dell’industria. Registrano un aumento tendenziale solo la fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria (+5,8%) e le industrie alimentari, bevande e tabacco (+4,9%). Le flessioni più ampie si registrano nelle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-8,2%), nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-7,4%), in quella di macchinari e attrezzature n.c.a. (-6,2%) e di mezzi di trasporto (-6,1%).
Il commento dell’Istat: “Flessioni tendenziali (al netto degli effetti di calendario) contraddistinguono in modo diffuso l’evoluzione dei settori. Solo l’alimentare e la fornitura di energia contrastano la dinamica negativa degli altri settori, risultando entrambi in sostenuta crescita su base annuale”.
Sostieni ilfattoquotidiano.it: mai come in questo momento abbiamo bisogno di te.
In queste settimane di pandemia noi giornalisti, se facciamo con coscienza il nostro lavoro,
svolgiamo un servizio pubblico. Anche per questo ogni giorno qui a ilfattoquotidiano.it siamo orgogliosi
di offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti: notizie, approfondimenti esclusivi,
interviste agli esperti, inchieste, video e tanto altro. Tutto questo lavoro però ha un grande costo economico.
La pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre dei ricavi limitati.
Non in linea con il boom di accessi. Per questo chiedo a chi legge queste righe di sostenerci.
Di darci un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana,
fondamentale per il nostro lavoro.
Diventate utenti sostenitori cliccando qui.
Grazie
Peter Gomez
GRAZIE PER AVER GIÀ LETTO XX ARTICOLI QUESTO MESE.
Ora però siamo noi ad aver bisogno di te.
Perché il nostro lavoro ha un costo.
Noi siamo orgogliosi di poter offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti ogni giorno.
Ma la pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre ricavi limitati.
Non in linea con il boom accessi a ilfattoquotidiano.it.
Per questo ti chiedo di sostenerci, con un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana.
Una piccola somma ma fondamentale per il nostro lavoro. Dacci una mano!
Diventa utente sostenitore!
Con riconoscenza
Peter Gomez