Le persone con disabilità hanno le stesse probabilità di tutte le altre di beneficiare delle opportunità offerte dalla tecnologia, ma spesso questa li allontana invece di avvicinarli e aiutarli. Microsoft ha selezionato sette startup che riceveranno sovvenzioni dal suo programma Accessibility. Dovranno sviluppare prodotti capaci di permettere alle persone con disabilità di prendere parte alla tecnologia e alla cosiddetta Internet economy.

Oltre ai finanziamenti, le sette aziende beneficeranno del supporto professionale delle Intelligenze Artificiali e del servizio Microsoft Azure e potranno disporre della consulenza di un team di esperti di Microsoft che valuterà il potenziale impatto dei progetti sulle politiche dei dati, sulla fattibilità e così via. L’idea è parte integrante di un programma quinquennale da 25 milioni di dollari iniziato nel 2018.

John Robinson, fondatore di Our Ability

 

Primo beneficiario quest’anno è Our Ability, azienda fondata da John Robinson, che è nato senza arti, e che per tutta la vita ha affrontato dure sfide. Il tasso di disoccupazione delle persone con disabilità è il doppio di quello delle persone normodotate, e alcune disabilità possono precludere del tutto il lavoro a tempo pieno. Robinson intende fare in modo che “i datori di lavoro possano comprendere e dare lavoro alle persone con disabilità”. L’idea è di creare un chatbot per aiutare a raccogliere dati critici dai candidati disabili. Perché i chatbot? Perché sono uno strumento accessibile per chi è in grado di navigare facilmente tra moduli e siti Web, perché sono semplici da usare, richiedono una bassa interazione fisica dell’utente.

Secondo beneficiario è Pison, che sta sviluppando un bracciale elettromiografico capace di rilevare i movimenti limitati di persone affette da malattie come la SLA e convertirli in movimenti del mouse. Il lavoro prosegue da un paio d’anni e sta già dimostrando la sua efficacia.

Segue Voiceitt, un motore di riconoscimento vocale che si concentra sulle persone con voci non standard. Ad esempio le persone vittime di ictus o patologie che rendono la voce di una persona difficile da capire, e che gli precludono l’uso dei sistemi di riconoscimento vocale. Un lavoro analogo è quello portato avanti da Google con Project Euphonia.

Professore Omid Kavehei dell’Università di Sydney

 

Di seguito gli altri titolari dei finanziamenti.

Finanziamenti vanno anche ai ricercatori dell’Università di Sydney (Australia) che stanno sviluppando un sistema di avvertimento sensoriale indossabile, per aiutare i 75 milioni di persone che convivono con l’epilessia. Aiuta a prevedere e gestire meglio le convulsioni in modo da poter vivere in modo più indipendente.

I ricercatori della Birmingham City University (Regno Unito) stanno invece sviluppando un sistema che consente alle persone con mobilità limitata di controllare piattaforme digitali usando i comandi vocali e il movimento degli occhi.

Il progetto dalla California Berkeley

 

I ricercatori del Massachusetts Eye and Ear (Boston, Massachusetts) stanno lavorando su un’app mobile di assistenza alla visione che offre servizi di localizzazione e navigazione migliorati per le persone non vedenti o ipovedenti. Sempre per la stessa categoria di utenti c’è poi il lavoro dei ricercatori dell’Università della California Berkeley (California), che stanno creando un’app che fornisca descrizioni audio di quello che circonda le persone non vedenti o ipovedenti.

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