Nino “Jurassic Park” Caianiello deve restare in carcere. Lo ha deciso il tribunale del Riesame di Milano respingendo l’istanza di revoca della misura cautelare del presunto “burattinaio” del sistema di tangenti, nomine e appalti pilotati e finanziamenti illeciti venuto a galla quasi un mese fa col blitz della Dda di Milano. I giudici hanno rigettato  anche la questione di competenza territoriale dell’indagine presentate dalla difesa, che sosteneva che l’inchiesta dovesse essere trasferita ai magistrati di Busto Arsizio.

Caianiello, accusato di associazione per delinquere, corruzione e finanziamento illecito e difeso dal legale Tiberio Massironi, ha già chiesto di essere interrogato dai pm e l’interrogatorio dovrebbe tenersi tra il fine settimana e l’inizio della prossima. L’avvocato, intanto, ha spiegato che ricorrerà in Cassazione, in particolare sulla questione dell’incompetenza territoriale e sull’utilizzabilità di intercettazioni effettuate nell’originaria indagine nata a Busto.

Dopo l’udienza al Riesame della settimana scorsa, il legale aveva spiegato ai cronisti che Caianiello, ex coordinatore di Forza Italia a Varese e per gli inquirenti il “grande manovratore” del sistema di mazzette, appalti truccati e nomine pilotate, sostiene di non aver mai preso “soldi in modo illecito” e che il denaro raccolto durante la sua attività politica “lo ha messo in Agorà, un’associazione culturale legata a Forza Italia e nel partito”. E, ha spiegato ancora l’avvocato, ripete in carcere che investigatori e inquirenti, che stanno facendo accertamenti su presunti fondi nerinascosti e a lui riconducibili, “non troveranno un solo euro, anche all’estero”.

Stando agli atti, Caianiello sarebbe stato “artefice di buona parte” delle nomine e assunzioni dei suoi uomini nei gangli di “enti pubblici che gestiscono rilevantissimi flussi di denaro”, attività da cui avrebbe ottenuto “diretti benefici in termini economici”, arrivando addirittura al “prelevamento di una quota percentuale” del loro emolumento, la cosiddetta “decima” e, soprattutto, in termini di “incremento del proprio potere”.

Oggi in Procura verrà sentita un’altra delle 12 persone finite in carcere, Pier Michele Miano, che è accusato di corruzione come “intermediario” in relazione alla vicenda di un complesso immobiliare a Gallarate, in provincia di Varese. Stamani, intanto, al Riesame si sono discusse le istanze di Davide Borsani, ai domiciliari, e Henry Bonini, che ha l’obbligo di firma. Nei prossimi giorni le udienze per le ultime due posizioni al Riesame.

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