È accusato di aver violentato una 17enne britannica a bordo di una nave da crociera mentre solcava le acque internazionali. Ma il giudice spagnolo si è dichiarato incompetente e ha rimesso in libertà il neo-maggiorenne, un italiano. Che – secondo le regole del diritto – potrebbe essere indagato in Gran Bretagna, Panama e al più in Italia. In Spagna, però, proprio no: la presunta violenza è avvenuta in acque internazionali, la vittima è britannica, l’autore sarebbe un italiano e la nave da crociera batte bandiera panamense. Il paese iberico è stato chiamato in causa solo perché la crociera sta facendo rotta verso Valencia e quello è stato il primo punto di approdo dopo la denuncia della 17enne.

La vicenda – raccontata dal Corriere della Sera – accade a bordo della nave Divina della compagnia Msc. A bordo ci sono 3500 passeggeri. Giovedì mattina la ragazza avvisa l’alto ufficiale della sicurezza a bordo raccontando della violenza subita e indicando l’autore in un ragazzo italiano di 18 anni. Fornisce i dettagli, viene avviata un’indagine interna. L’ufficiale parla con il comandante mentre la nave sta facendo rotta verso Valencia dopo essere salpata da Maiorca. Una volta in porto, viene richiesto l’intervento della polizia che prende in custodia il presunto violentatore.

“Appena venuti a conoscenza dell’episodio, abbiamo immediatamente adottato tutte le misure necessarie e riportato il fatto alle autorità spagnole, le quali sono salite a bordo della nave, non appena arrivata a Valencia. Il sospettato è stato consegnato alle autorità spagnole e non è più risalito sulla nave”, spiega Msc al Corriere. Dopo due giorni in cella, il giudice decide per la scarcerazione: il reato è stato commesso in acque internazionali, il presunto autore è un cittadino italiano e straniera è anche la vittima. La violenza, tra l’altro, si è consumata in acque internazionali. La magistratura spagnola, dunque, non ha alcuna competenza.

Al momento, il 18enne è quindi libero. E come spiegano gli esperti di diritto internazionale sul caso esiste una “giurisdizione concorrente di più Stati”, ma non quello in cui è stata arrestata la persona accusata. “La Spagna non poteva che liberarlo senza un mandato di cattura internazionale di uno Stato con giurisdizione sulla vicenda”, spiega al Corriere il professore Antonio Bultrini, docente di diritto internazionale a Firenze.

“La soluzione più naturale sarebbe che sulla vicenda indagasse la magistratura britannica, che potrebbe spiccare il mandato di cattura o chiedere a Panama di farlo – aggiunge Bultrini – Per quanto riguarda l’Italia, può attivarsi secondo l’articolo 9 del codice penale che punisce i reati commessi all’estero da cittadini italiani. Condizione minima e indispensabile: la pena del reato dev’essere superiore ai tre anni. Qualora ci fossero dei problemi in Gran Bretagna, la vittima può denunciare il fatto anche in Italia. La nostra magistratura può però intervenire solo se l’accusato mette piede sul territorio nazionale”.

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