La tutela dell’industria della carne e dei suoi allevamenti intensivi non conosce confini: dal Parlamento europeo al Consiglio regionale della Lombardia. Perché mentre Greenpeace attacca la Commissione Agricoltura del Parlamento europeo che oggi ha votato a favore della riforma della Politica Agricola Comune (Pac) respingendo tutte le proposte della Commissione Ambiente su nuove regole da imporre agli allevamenti intensivi, un’altra vicenda si è consumata nei giorni scorsi all’interno del Consiglio regionale della Lombardia, che ha bocciato un ordine del giorno con il quale si chiedeva di utilizzare i fondi europei non ancora investiti per convertire gli allevamenti intensivi in attività più eco-sostenibili. Duro il commento affidato a Facebook della giornalista e conduttrice Giulia Innocenzi: “La Regione Lombardia preferisce perdere i fondi europei che usarli per convertire gli allevamenti intensivi in attività sostenibili”.

IN EUROPA LA TUTELA DELL’INDUSTRIA DELLA CARNE – Oggi, dopo le raccomandazioni votate a febbraio dalla Commissione Ambiente, toccava alla Commissione Agricoltura del Parlamento europeo esprimersi in merito alla riforma della Politica Agricola Comune (PAC). Lo ha fatto con un voto a favore, bocciando però tutte le proposte avanzate dalla Commissione Ambiente, tra cui quella di tagliare i finanziamenti pubblici agli allevamenti intensivi e quelle per limitare densità e numero di animali ammassati nelle aziende che ricevono sussidi europei, allo scopo di gestire i liquami in modo più sicuro per l’ambiente. I membri della Commissione, inoltre, hanno votato contro la proposta di subordinare i pagamenti della PAC al rispetto di standard basilari in materia di benessere animale, tra cui l’obbligo di prevedere per gli animali allevati uno spazio minimo sufficiente per potersi muovere, girare e sdraiare e hanno respinto la proposta di aumentare la quota di fondi pubblici destinati a sostenere modelli di agricoltura ecologici e rispettosi del clima. Le raccomandazioni votate oggi dalla Commissione Agricoltura e quelle votate a febbraio dalla Commissione Ambiente, saranno valutate dal prossimo Parlamento europeo che uscirà dalle elezioni europee di fine maggio. Gli eurodeputati neo-eletti dovranno scegliere se votare in plenaria, sulla base delle raccomandazioni di entrambe le Commissioni, o ripartire da zero.

LA DENUNCIA DI GREENPEACE – Tra il 2005 e il 2013 l’Unione europea ha perso 3,7 milioni di aziende agricole, un calo ancora più evidente nel settore zootecnico, con una perdita del 32%. Anche in Italia, tra il 2004 e il 2016, hanno chiuso oltre 320mila aziende (-38%) ma il numero di quelle grandi e molto grandi è aumentato di un quarto. Nello stesso periodo – ricorda Greenpeace – la produzione di bestiame è aumentata concentrandosi nelle imprese di grandi dimensioni da cui proviene il 72 per cento degli animali allevati in Europa. “È vergognoso che la Commissione Agricoltura scelga di sostenere gli allevamenti intensivi, che danneggiano ambiente e clima, maltrattano gli animali e spingono fuori dal mercato i piccoli produttori” commenta Federica Ferrario, responsabile della Campagna Agricoltura di Greenpeace Italia. Intanto continua la protesta dell’associazione che il 1 aprile ha manifestato davanti al Parlamento europeo, proprio in vista di questo voto, con un gigantesco maiale in gabbia e uno striscione con la scritta ‘Vota No agli allevamenti intensivi”.

IL VOTO DELLA REGIONE LOMBARDIA – Nel frattempo, accade qualcosa anche ‘a casa nostra’. Nei giorni scorsi, infatti, il Consiglio regionale della Lombardia ha bocciato l’ordine del giorno presentato da Michele Usuelli di Più Europa, con il quale si chiedeva di utilizzare i fondi europei non ancora investiti per convertire gli allevamenti intensivi in attività più eco-sostenibili ed eticamente accettabili. Come spiega Milano Today, l’odg riguardava la destinazione dei fondi strutturali europei non programmati, per progetti contro le emissione dei gas inquinanti e climalteranti che derivano dall’industria della carne. Durissimo il commento della giornalista Giulia Innocenzi che, su Facebook, fa “nomi e cognomi”. “A votare a favore dell’ordine del giorno di Usuelli – scrive – soltanto il Movimento 5 Stelle. Astenuto il Partito Democratico. Contro l’utilizzo dei fondi per la conversione degli allevamenti intensivi in attività eco-sostenibili, con il gruppo di Forza Itala, ha votato invece il consigliere Gianluca Marco Comazzi, già Garante dei diritti degli animali di Milano e vicino a Michela Brambilla“.

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