Diamo la cittadinanza a questo ragazzo“. Anzi no: “Altro che ius soli e cittadinanze in regalo, occorrono rispetto e controlli”. L’ultimo scontro tra la Lega e il Movimento 5 stelle lo provoca un ragazzino di 13 anni, seppur indirettamente. I due partiti di governo – come ormai capita sempre più spesso – hanno opinioni completamente opposte sulla richiesta di Ramy Shehata, il ragazzino di origine egiziana che ha sventato l’attacco al bus di San Donato milanese. Dalle pagine del Corriere della Sera, Luigi Di Maio ribadisce ancora una volta la volontà sua e del Movimento 5 Stelle di concedere al 13enne la cittadinanza italiana per meriti. “Diamo la cittadinanza a questo ragazzo”, dice il vicepremier grillino. Parole che suonano come una replica al suo omologo Matteo Salvini, che prima si era detto favorevole a concederla e poi aveva fatto sapere invece che “non ci sono gli elementi per concederla” a causa dei “numerosi precedenti penali” di un parente del ragazzino egiziano che nel frattempo è diventato per tutti un “eroe”.

E siccome nel frattempo è intervenuto anche il guardasigilli Alfonso Bonafede a dire che “bisogna dare la cittadinanza a Ramy. Su questo tema abbiamo una linea diversa“, il leader leghista ha ripetuto il concetto, commentando un’operazione della polizia su un giro di cittadinanze italiane: “La pacchia finisce per altri furbetti dei documenti facili. Altro che ius soli e cittadinanze in regalo, occorrono rispetto e controlli”, ha detto il ministro dell’Interno. Che ieri aveva  escluso che si parlerà di Ius soli in Consiglio dei ministri e sottolineando di non capire “la necessità di fare scorciatoie, visto che l’Italia è il Paese europeo che concede più cittadinanze con la normativa vigente”. Anche Di Maio ha tenuto a rassicurare che “lo ius soli non è in agenda”: “Se ne parla poi perché? Perché ho chiesto la cittadinanza per meriti speciali, che è previsto dalla legge italiana, per il bambino eroe di origini egiziane che ha salvato i suoi compagni chiamando i carabinieri. Trovo assurdo che il Pd strumentalizzi un fatto del genere per ritirare dentro un punto che, ripeto, non è in agenda”, ha spiegato Di Maio. Una posizione che trova d’accordo il ministro della Giustizia Bonafede: “Credo si debba riconoscere un merito e dare un riconoscimento importante a un bambino che è stato capace di essere forte e di evitare una tragedia. Bisogna dare la cittadinanza a Ramy“, ha detto intervenendo a Circo Massimo. 

Sulla questione è intervenuta anche la ministra per la Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno: “Con il cuore non vedo perché no, con la legge si deve verificare se ci sono i presupposti, siccome stiamo al governo dobbiamo verificare se ci sono i presupposti”, ha detto a “Coffee Break” su La7, avvicinandosi alla posizione espressa da Salvini. “Mi fa simpatia il bambino, tantissima. Lo trovo coraggioso- ha aggiunto Bongiorno – . Il mio cuore vorrebbe che si riuscisse a ottenere, dopo di che siamo al governo, si devono fare le cose per bene: Salvini sta valutando se ci sono presupposti”. Tutto questo però, è un “passo indietro inspiegabile” per il segretario generale della Cisl Annamaria Furlan che, intervenendo a margine di un evento a Milano, ha commentato la disputa interna alla maggioranza. “Inspiegabile – ha chiarito – dal punto di vista sociale, della giustizia ma anche dal punto di vista del futuro economico del Paese. Siamo a crescita demografica zero da tanti anni e se non sappiamo accogliere e riconoscere bambini che nascono in Italia avremo un futuro fatto soltanto di anziani. La cittadinanza al ragazzo andrebbe data subito”, ha concluso.

La questione della cittadinanza a Ramy e, nel caso, anche a Adam, resta quindi più che mai aperta, con le verifiche del Viminale ancora in corso, e innesca così una nuova spaccatura all’interno della maggioranza di governo. Dagli accordi commerciali con la Cina alla Tav, passando per le grandi opere e l’autonomia delle Regioni, sono tanti i temi che vedono pareri contrapposti in Lega e M5s. “C’è un confronto, non le chiamerei frizioni”, ha tenuto a precisare però Di Maio al Corriere.”Certo mi è dispiaciuto vedere che si sono sollevate polemiche ingiustificate su misure di buon senso come ad esempio la via della Seta. Ed è su questo che magari un chiarimento può far bene – ha spiegato -. Poi abbiamo valori diversi su molti fronti. Uno tra tutti il concetto stesso di famiglia: per me la famiglia è sacra, il M5S propone di aumentare le pene per chi compie violenze contro le donne, a Verona c’è qualcuno che è allergico a questo dibattito”.

Nell’intervista al Corriere, Di Maio è tornato a parlare anche dell’esito del voto in Basilicata:”Il centrodestra è un fantasma, vince ma non esiste. Del resto quel che è accaduto in Basilicata è indicativo, parliamoci chiaro: vince un candidato di Berlusconi e tutti fanno festa. Contenti loro. Per quanto mi riguarda: noi corriamo con la nostra lista, altri fanno le ammucchiate. Piuttosto che governare insieme a Berlusconi, il M5S se ne va all’opposizione. Sono scelte di campo. Noi siamo autonomi, con qualche difetto come tutti, ma non abbiamo bisogno di Berlusconi“. “Non capisco cosa si pretende – continua Di Maio -. Sappiamo che correndo con una unica lista è molto complesso vincere in una Regione. Dopo di che, diciamola tutta: vogliamo correre alla pari? Bene, non vediamo l’ora. Modifichiamo la legge elettorale per le Regionali, diamo il premio solo alla lista e non alle coalizioni, poi vediamo se le cose cambiano”. Alla domanda su che cosa farà il M5s ora che la discussione sulla riforma su Rousseau si è conclusa, Di Maio assicura: “Ora porteremo avanti questa evoluzione. Cresceremo ancora di più, già in occasione delle Europee”.

Anche Adam chiede la cittadinanza – Su quel bus assieme a Ramy però, c’era anche Adam El Hamami che con lui ha chiamato i carabinieri: ha 12 anni ed è di origine marocchina, motiv per cui anche lui ha chiesto di poter avere la cittadinanza. Sulla questione è intervenuto il legale della sua famiglia, Antonino Ennio Andronico, che ha fatto sapere che per evitare “fraintendimenti e strumentalizzazioni” dopo “la richiesta di cittadinanza formulata da Ramy Shehata per sé e la propria famiglia”. “Allo steso tempo i signori Kalid e Hasnaa El Hamami – ha spiegato l’avvocato all’Ansa – chiedono semplicemente che le Autorità vogliano prendere in considerazione il comportamento eroico di Adam quale ‘eminente servizio reso all’Italia’ ai sensi dell’articolo 9 comma 2 della legge 91/1992 in quanto tale meritevole della concessione della cittadinanza italiana”.

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