L’Italia è al 53esimo posto nel mondo per indice di percezione della corruzione in base al rapporto 2018 di Transparency International, che vede la Penisola scalare una posizione rispetto all’anno precedente guadagnando due punti. Si conferma quindi una tendenza di lento miglioramento: dal 2012 sono stati guadagnati 10 punti e 19 posizioni. Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha commentato ricordando che siamo allo stesso livello di “Oman e Grenada” e in Europa “siamo ancora agli ultimi posti, davanti a Slovacchia, Croazia, Romania, Ungheria, Grecia e Bulgaria. C’è qualche segnale positivo” ma “è ancora poco“. In ogni caso la classifica tiene conto dei dati del 2018 per cui la legge Spazzacorrotti “non ha inciso in alcun modo”.

“Passi coraggiosi come la legge Severino e l’istituzione dell’Anac hanno dato i loro frutti”, aggiunge Bonafede in un post su facebook. “La legge ‘Spazzacorrotti’, che abbiamo voluto fortemente, affronta il fenomeno corruttivo in maniera strutturale”, con misure come Daspo ai corrotti, agenti infiltrati anche nelle operazioni anticorruzione e non punibilità per chi collabora con la giustizia. “Continueremo a lavorare, l’Italia deve essere leader nel mondo nella lotta alla corruzione: il cambiamento passa anche da qui”.

Oltre due terzi dei Paesi analizzati ha un punteggio inferiore a 50. Dal 2012 solo 20 Paesi hanno visto migliorare in maniera significativa il loro punteggio e tra questi c’è l’Italia con uno degli incrementi maggiori (+10 punti). Sono invece 16 i Paesi che hanno subito un forte peggioramento, tra cui l’Australia, l’Ungheria e la Turchia.
Danimarca e Nuova Zelanda sono anche quest’anno in cima alla classifica ma a posizioni invertite, con rispettivamente 88 e 87 punti. Nessuna sorpresa anche nelle parti basse del ranking: Somalia, Sud Sudan e Siria si posizionano agli ultimi posti con rispettivamente 10, 13 e 13 punti. L’area dell’Europa occidentale e dei Paesi dell’Unione Europea è quella che ha il punteggio medio più elevato (66 punti), mentre la regione dell’Africa sub-sahariana (con 32 punti) e dell’Europa dell’est e Asia Centrale (con 35) sono le aree con il punteggio medio più basso.

Il CPI 2018 si basa su 13 sondaggi e valutazioni di esperti sulla corruzione nel settore pubblico, ognuno dei quali assegna un punteggio da 0 (altamente corrotto) a 100 (per niente corrotto). “Il CPI ci dice che, con fatica e lentamente, la reputazione del nostro Paese sta migliorando. Siamo sulla strada giusta ma non dobbiamo assolutamente accontentarci”, ha detto Virginio Carnevali, presidente di Transparency International Italia. ”C’è ancora molto da fare, a partire dall’implementazione della recentissima legge anticorruzione, una legge che andrà valutata sulla sua capacità di incidere concretamente nel Paese”.

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