“Siamo al 18mo giorno in mare, queste persone non ce la fanno più. A bordo c’è grande frustrazione, siamo allo stremo. Fate sbarcare queste persone”. E’ l’appello di Giorgia Linardi, portavoce di ‘Sea Watch’ che aggiorna sulla situazione dei migranti a bordo e su quella dei 17 che si trovano sulla ‘Sea Eye’, ancora in attesa di un porto sicuro dove sbarcare.

“Alcuni di loro rifiutano di mangiare. Ci stanno dando un aut aut. Guardano l’Europa dal binocolo, si sentono in prigione. Ad alcuni di loro la situazione ricorda le prigioni in Libia in cui hanno subito le vessazioni che ora si portano dentro”, afferma la portavoce. “Da cittadini europei a bordo è vergognoso guardarli in faccia e spiegare loro come mai nessuno in Europa li voglia. Per favore – aggiunge – che siano i nostri governanti a spiegare, a queste persone, una ad una, perché non possono arrivare in Europa”.

“Non riporteremo mai le persone soccorse in mare in un Paese in cui è illegale farlo, in un Paese in cui vengono sottoposte alle violazioni e agli orrori di cui le persone a bordo che abbiamo soccorso ci stanno raccontando”, rimarca Giorgia Linardi chiarendo che “il soccorso è avvenuto in acque Sar libiche dove il capitano ha esercitato il suo obbligo di soccorrere chiunque si trovi in difficoltà in mare. Sono immediatamente state informate le autorità, è stata informata anche la guardia costiera libica che abbiamo cercato di raggiungere subito via radio perché ci sembrava di aver capito che fossero impegnati in un altro soccorso. Abbiamo chiesto di fornire assistenza senza ricevere risposta, nemmeno abbiamo ricevuto risposta alla mail in cui li informavamo di aver soccorso queste 32 persone”.

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