Un bando di gara pubblicato il giorno di Santo Stefano, il 26 dicembre. Un importo piccolo rispetto al costo multimiliardario dell’opera: soltanto tre milioni di euro. Tuttavia i No Tav, tra di loro anche alcuni esponenti politici della Valsusa, sono insospettiti dall’appalto indetto da Telt (Tunnel Euralpin Lyon-Turin), la società pubblica italofrancese incaricata della realizzazione della tratta internazionale della Torino-Lione.

Il bando in questione riguarda una gara per il piano di monitoraggio ambientale la cui durata viene quantificata in 144 mesi, cioè dodici anni, ma viene definita “puramente” indicativa, anche perché – si legge ancora – “la durata del presente accordo-quadro è condizionata dalle tempistiche si esecuzione dei cantieri operativi, stimata in 10 anni”.

Tuttavia tra i No Tav sono circolati messaggi e sospetti su questo bando perché agli inizi di dicembre il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli e l’omologa Elizabeth Borne avevano invitato Telt a non procedere con la pubblicazione dei bandi di gara per i lavori definitivi dal valore di due miliardi di euro in attesa dei risultati dell’analisi costi-benefici, attesa per la fine del 2018 e non ancora arrivata. “Abbiamo già segnalato al ministro e a chi di dovere”, spiega Alberto Perino, portavoce del movimento No Tav, che ricorda l’affermazione fatta da Toninelli: “Considereremo quale atto ostile ogni decisione che faccia avanzare il Tav prima che arrivi una scelta politica da parte del governo”, aveva detto il 12 agosto il titolare del dicastero di Porta Pia. “Abbiamo ricordato che avrebbero considerato un atto ostile e abbiamo chiesto se secondo loro questo lo fosse, ma non abbiamo avuto risposta”, continua il leader del movimento della Valsusa. Paolo Prieri, esponente del “Presidio Europa” dei No Tav, è scettico: “La lettera del 3 dicembre 2018 firmata da Toninelli e Borne e indirizzata al direttore generale Mario Virano fa riferimento ai lavori definitivi della sezione transfrontaliera e ai primi lotti del tunnel di base”, premette. Tuttavia “è sorprendente che di fronte a un probabile stop ci sia questa fretta di pubblicarli – continua -. Vista la durata del servizio, ritengo il bando collegato ai lavori definitivi. È un ballon d’essai e una provocazione”.

Anche Sandro Plano, sindaco Pd di Susa e presidente dell’Unione montana della Valle di Susa, dubita: “Questo atto va contro le indicazioni di Toninelli. Vorremmo una parola chiara”. Lui vuole soprattutto chiarezza anche dal governo sulla Torino-Lione: “Mi sembra stiano rimpallando la questione – spiega -. Le analisi costi benefici uno le può tirare e legge come vuole. Qui si vuole rimandare in funzione delle elezioni Europee e mi sembra criticabile”. Anche Francesca Frediani, consigliera regionale M5s in Piemonte, è allarmata: “Mi è stato segnalato e ho riportato la vicenda ai colleghi. Se si tratta di appalti nuovi è piuttosto fastidioso”. Tuttavia Luca Carabetta, deputato M5s eletto in Valsusa, getta acqua sul fuoco: “Nella lettera di Toninelli si parla di lavori definitivi, non di monitoraggio ambientale. Ci sono dei bandi minori e la partenza dei bandi non è una presa in giro. Rimane assolutamente quello che viene detto”.

Da quanto è possibile apprendere, la pubblicazione del bando di gara da parte di Telt non deve essere visto come un “atto ostile” nei confronti del governo perché la società italo-francese, che è pubblica, ha nel suo consiglio di amministrazione dei rappresentanti dei governi e si muove soltanto in accordo con loro. Insomma, decisioni autonome non possono essere prese. Il bando è collegato a un’attività già avviata e prosegue, così come prosegue lo scavo della galleria geognostica a Saint-Martin-La-Porte, quella galleria di nove chilometri che sorge sulla tratta del tunnel internazionale, perché in attesa dell’analisi voluta dal governo non è previsto l’interruzione dei lavori già avviati.

Resta però un fatto: il ministro Danilo Toninelli era stato il primo a dire che “ogni decisione che fa avanzare il Tav” è un atto ostile e ai No Tav la pubblicazione di questo bando non piace. “È sempre un passo avanti”, chiude Perino.

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