Tempi, scale di equivalenza, modalità. Il reddito di cittadinanza inizia a prendere forma. A poco più di tre mesi dal giorno in cui il governo conta di erogare le card con il primo accredito, emergono dettagli su come funzionerà la misura bandiera del Movimento Cinque Stelle prevista nella manovra e che verrà dettagliata con un decreto apposito a inizio gennaio, come confermato giovedì sera dal ministro Giovanni Tria in commissione Bilancio. Con una novità sempre più concreta: la contribuzione andrà alle imprese che assumeranno le persone entrate nel programma. Ipotesi allo studio, ma che per quanto potranno discostarsi e modificarsi iniziano comunque a delineare i confini della misura di contrasto alla povertà.

Isee, identità digitale, distanze: i tempi
Stando alle bozze che circolano in questi giorni, già da febbraio sarà online il portale attraverso il quale si potranno acquisire informazioni su come ottenere il reddito di cittadinanza. Sarà necessario richiedere l’attestazione Isee e dotarsi di un’identità digitale. Un mese più tardi – online o tramite i Caf – i cittadini potranno elaborare materialmente la richiesta presentando certificazioni, curriculum e situazione famigliare. Le informazioni fornite verranno quindi incrociate con i database Inps, che darà il via libera e girerà tutti i dati a Poste Italiane per la creazione di un account e – probabilmente – erogare la card. Il ciclo durerà 18 mesi nel corso del quale al cittadino verranno proposte tre offerte lavorative e nel frattempo potrà continuare a cercare un’occupazione tramite agenzia. Il suo percorso verrà seguito da un navigator – una sorta di tutor – che incrocerà domanda e offerta, ottenendo premi per ogni assunzione.

La novità: soldi alle aziende
Nelle ipotesi sul tavolo in questo momento è previsto il sostegno alle aziende che assumono, una norma caldeggiata dalla Lega. Se l’impresa ‘ingaggia’ il beneficiario direttamente otterrà l’importo pieno percepito fino a quel momento dal cittadino fino al termine del ciclo e comunque per non meno di 5 mesi. Il contributo può lievitare in due casi: se si tratta di una donna o di un disoccupato da lungo tempo ci sarà una mensilità extra, se viene stipulato un “patto per la formazione” di almeno cento ore si arriverà al raddoppio della somma. Le aziende percepiranno la metà della somma, invece, se il cittadino beneficerà di un corso di formazione per l’impiego o verrà ‘ingaggiato’ tramite le agenzie per il lavoro, che riceveranno l’altro 50% del reddito di cittadinanza. Il “patto” – sempre stando alle bozze – prevede una prima offerta entro i 100 chilometri di distanza dal comune di residenza.

La platea regione per regione
Secondo i fogli che circolano nelle stanze del governo, le contribuzioni varieranno a seconda del numero di componenti del nucleo famigliare e della presenza di minorenni. L’integrazione del reddito varierà dai 500 euro per il nucleo composto da una sola persona (27% dei casi, stando ai calcoli dell’esecutivo) ai 1050 euro previsti per nuclei composti da 4 adulti o da 3 adulti e due minorenni. A questa cifra ci aggiunge il contributo per l’affitto: un fisso di 280 euro a prescindere dal numero e dall’età dei componenti della famiglia.  I beneficiari – secondo alle tabelle – sono residenti nel 53% dei casi al Sud o nelle Isole e nel 47% al Centro e al Nord. Più nel dettaglio, le prime sei regioni per numeri assoluti di ‘idonei’ sono Campania, Sicilia, Lazio, Lombardia, Puglia e Piemonte.

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