Una manata c’è stata. Un colpo sotto la spalla, più probabilmente una spinta, a quanto pare proprio ad opera del 35enne denunciato dalla deputata. E’ quanto risulta da un primo esame delle immagini fornite dalla videocamere di sorveglianza con vista sul parcheggio del Lidl di via Don Giovanni Bosco a Nuoro, teatro della aggressione denunciata dalla parlamentare del M5S, Mara Lapia. Non esattamente un pestaggio, dunque. Ma potrebbe bastare il “contatto” a mettere nei guai l’uomo, accusato di lesioni – che nell’occasione era accompagnato dalla madre anziana – sulla cui identità c’è uno stretto riserbo degli inquirenti e che la stessa Lapia in serata ha definito “un pregiudicato”. La parlamentare, infatti, come riporta il referto del Pronto Soccorso dell’Ospedale San Francesco di Nuoro, ha riportato il “trauma del torace con infrazione della VI costa sinistra da riferita aggressione”. Toccherà agli inquirenti stabilire se la “manata” possa essere stata tale da causare quei danni alla donna.

“Mi fa strano definirla aggressione”, ha riferito un testimone oculare contattato da IlFattoQuotidiano.it. L’uomo, che di mestiere fa l’operatore 118, dice di aver di essersi affrettato, insieme ad un collega, ad offrire “assistenza e soccorso” alla donna, la quale “ha prontamente rifiutato”, tanto che “tutti i presenti hanno dichiarato subito che non c’era stata alcuna aggressione”. La polizia ha acquisito a verbale le testimonianze di almeno 5 persone, fra cui l’autrice di un audio whatsapp che in mattinata aveva fatto il giro del web, in cui Lapia veniva accusata di aver fatto “una sceneggiata. “Tra un po’ vengono a farmi un’autopsia da viva – ha dichiarato la deputata – E’ paradossale che una donna venga picchiata e debba anche giustificarsi. Il referto parla di infrazione traumatica, che significa frattura composta”. “Una sospetta infrazione” l’aveva invece definita a IlFattoQuotidiano.it il direttore del Pronto Soccorso di Nuoro, Stefano Sau.

La squadra mobile ha girato tutto l’incartamento alla Procura di Nuoro. Ma la ricostruzione che emerge è comunque un po’ diversa da quella inizialmente fornita dalla deputata pentastellata. Lapia, infatti, si sarebbe infuriata con la cassiera del supermercato quando questa, inavvertitamente, aveva fatto cadere delle lattine di Coca Cola che, esplose, avevano macchiato i vestiti della deputata. Il 35enne, che era dietro di lei, avrebbe iniziato a urlarle contro, etichettandola in sardo come “fit’ una pudessia” (sei una carogna, una putrida), e poi dicendole di “farla finita”. I due – con la madre anziana di lui al seguito – avrebbero continuato a battibeccare anche fuori dal parcheggio, fino all’episodio della manata, cui è seguita la telefonata al 113. “Non ho mai detto all’interno del supermercato ‘lei non sa chi sono io, sono un’onorevole‘ – ha specificato in serata Lapia, rispetto alla versione fornita dalla testimone dell’audio – D’altra parte, non mi sono mai professata onorevole, l’ho detto solo nel momento in cui ho chiamato la Polizia, fornendo i miei dati, come me li hanno chiesti. Sono nota per farmi chiamare per nome, come Mara”.

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