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Ultimo aggiornamento: 17:21 del 14 Dicembre 2018

Anpal, la protesta dei lavoratori dei centri per l’impiego: “Noi precari collochiamo disoccupati, basta”. “È un paradosso”

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“Basta operatori precari che ricollocano disoccupati”, con questo slogan un gruppo di lavoratori dell’Anpal ha interrotto un workshop sulle politiche attive al Cnel. Un flash mob pacifico: cartelloni, fogli di protesta e una lettera per il sottosegretario al Lavoro, Claudio Cominardi, per chiedere la stabilizzazione di 654 precari dell’Anpal servizi – il 60% del totale dei lavoratori. L’azienda è una società per azioni dell’agenzia Anpal, che è del Ministero del Lavoro. I dipendenti Anpal servizi  coordinano i centri per l’impiego ma “passano da una parte all’altra della scrivania: da collocatori di disoccupati a disoccupati” racconta al Fattoquotidiano.it Clelia, precaria da 6 anni. Un gioco dell’oca costellato dalle vacancies: ogni volta che termina un contratto, il lavoratore deve fare una nuova richiesta con il rischio di essere spedito altrove, in un’altra posizione, ma soprattutto che l’azienda non lo reputi più idoneo, nonostante abbia lavorato già per l’Anpal.
Secondo Cristian Sica, coordinatore nazionale dei precari Anpal servizi – che ha organizzato il flash mob con l’aiuto del Centro di giornalismo permanente -” i dieci milioni di euro che il governo ha stanziato sono del tutto insufficienti per le stabilizzazioni dei precari”. Senza contare che “la legge di Bilancio, nell’ambito dei Fondi per l’introduzione del reddito e delle pensioni di cittadinanza, autorizza le Regioni dal 2019 al 2021 ad assumere fino a 4mila operatori per potenziamento dei centri per l’impiego”, tralasciando di “stabilizzare quelli che già ha in casa”, dice Marco Filippetti del presidio. 

Al termine dell’evento un rappresentante del ministero del Lavoro, presente al posto del sottosegretario Cominardi, ha parlato con i manifestanti assicurando presto un incontro al ministero. 

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