“Governiamo con la Lega finché la nostra identità sarà forte e salda”. L’anno scorso non era nemmeno salito sul palco in segno di polemica, quest’anno è tra le voci che più ricevono applausi. Roberto Fico si è presentato davanti alla folla del Circo Massimo, 30mila secondo gli organizzatori, come presidente della Camera, ma soprattutto come esponente di quella parte del Movimento che più tiene alle origini e teme gli effetti di stare a Palazzo Chigi con la Lega. “Il governo”, ha detto, “nasce su un contratto e non su un’alleanza. Ma non ci sarà un’alleanza né alle elezioni Regionali, né alle Europee. E’ una trasformazione che stiamo cercando di fare nel Paese. Dobbiamo essere nella post ideologia e sapere come muoverci. Io dico: lavoriamo saldi su ciò che riteniamo giusto”. Sono parole che poi in qualche modo ripercorrerà anche il vicepremier M5s Luigi Di Maio nel suo discorso di chiusura, pure lui preoccupato di dare un’immagine di fedeltà alle origini mentre le tensioni con i soci di governo hanno rischiato di far saltare tutto.

L’appuntamento ormai tradizionale per il M5s quest’anno ha un sapore diverso dal solito. I 5 stelle si ritrovano per la prima volta in piazza dopo l’arrivo al governo e fanno i conti con i loro elettori. L’assenza di Beppe Grillo è solo una delle tante novità: è impegnato in uno spettacolo in Svizzera e raggiungerà i suoi solo domenica in giornata. Ma gli occhi sono tutti puntati su altro. Di Maio ad esempio che prima tutti seguono sui maxischermi durante la conferenza stampa dopo il consiglio dei ministri, e poi accolgono a braccia aperte quando arriva trionfante in camicia per farsi abbracciare dai suoi. Si è spaventato ed è venuto a tranquillizzare la sua base: “Mi sono arrabbiato per difendere il principio del Movimento 5 stelle: l’onestà”, ha detto ricevendo in tutta risposta un coro di “onestà, onestà”. E il Movimento di governo per un attimo è sembrato essere tornato agli entusiasmi dell’opposizione. “Siamo al governo e riempiamo ancora le piazze di gente. Io vi voglio bene, forse non vi ho mai detto quanto”, è stato l’esordio. “Grazie per tutto quello che ci avete dato in questi anni. A me preoccupa tenere alti i valori dei 5 stelle“. Quindi la parte che più gli premeva rivendicare di fronte agli attivisti: “Stasera dopo tre ore di cdm posso dirvi che nel decreto fiscale non ci sarà nessuno scudo e nessun condono. Non voglio enfatizzare nulla. Non c’è tanto bisogno di raccontare quello che abbiamo fatto. Non ci sarà bisogno della propaganda, saranno i fatti a parlare. Al di là dei numeri voi comincerete a sorridere un po’ di più. E questo è il nostro obiettivo. E’ frutto di anni e anni di lavoro nei gazebo. Siamo arrivati fino qui ed è solo l’inizio”. Sul palco per tutta la serata sono sfilati alcuni dei volti principali del Movimento al governo: il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, la ministra della Salute Giulia Grillo e quello dei Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro. Poi è arrivato il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli che ha ribadito “il ponte a Genova ci sarà entro fine anno”. La vicepresidente della Camera Maria Edera Spadoni ha invece portato i capigruppo in Parlamento sul palco con i palloncini usati per la festa del taglio dei vitalizi: “Lo avevamo promesso e lo abbiamo fatto”. La chiusura è stata per i truffati delle banche che Luigi Di Maio ha voluto sul palco con lui prima di chiudere il comizio. Tra loro anche Giovanna Mazzoni, la signora famosa per aver contestato Matteo Renzi alla Festa dell’Unità di Bologna. “Ve lo spiego io perché hanno vinto i 5 stelle”, ha gridato accolta tra gli applausi.

Roberto Fico: “Governiamo con la Lega finché la nostra identità sarà forte e salda”
Il presidente della Camera è salito sul palco con l’emozione di chi solo un anno prima ne era stato escluso, consapevole che una parte del Movimento guarda a lui come voce alternativa al leader. “Sembrava impossibile fino a qualche anno fa che il percorso ci portasse fino a qui”, ha detto. “Voglio dirvi quando è importante e quanto sia fondamentale la Camera dei deputati per il nostro Paese. Noi stiamo lavorando in modo molto caparbio, senza mollare mai su niente. E uno degli esempi sono i vitalizi. Sembrava un obiettivo irraggiungibile, però abbiamo lavorato fino in fondo. Significa riparare una ferita che gli italiani sentivano con le istituzioni e io in questo momento devo riparare queste ferite. Questo è quello che noi dobbiamo poter fare”. Quindi Fico ha ribadito la sua volontà di ascoltare i cittadini: “Io ho molti appuntamenti e spesso vengono coloro che hanno raccolto le firme per le leggi di iniziativa popolare. Quando arrivano io do precedenza a loro”. Poi la frase più importante per Fico: “Noi oggi non dobbiamo dimenticarci chi eravamo ieri. Tutte le voci devono avere un grande rispetto. Questo è uno dei punti fondamentali perché spesso si arriva nei Palazzi e ci si accomoda. E oggi le porte di Montecitorio sono aperte a tutti”. Quindi ha ricordato la tragedia del ricercatore Giulio Regeni morto in Egitto: “I suoi genitori hanno subito un’ingiustizia. Io chiedo di aprire un processo a Il Cairo. Perché lo Stato che chiede verità a se stesso è uno Stato che può cambiare. E’ questo che noi dobbiamo portare dentro di noi e dentro l’Egitto”. E poi, l’economia: “Non è mai svincolata dai diritti umani, dalle persone. E’ impossibile girarsi dall’altra parte. Dobbiamo riflettere su tutto ciò che noi facciamo”. Fico ha anche parlato dell’importanza del confronto con l’opposizione: “Il governo deve fare meno decreti, bisogna portare in parlamento discussioni molto forti, ampie, anche lunghe. Anche gli emendamenti delle opposizioni sono buoni e ciò che fa la maggioranza può  essere migliorato. Il tempo, il dialogo porta delle buone leggi. Dobbiamo far diventare il Parlamento centrale perché il Parlamento rappresenta i cittadini. Stasera vi sto parlando da presidente della Camera perché io sento molto forte il mio compito”. 

Il videomessaggio di Alessandro Di Battista
“Mi mancate”. Alessandro Di Battista non poteva mancare a Italia 5 stelle. E così ha deciso di mandare un videomessaggio registrato dal Sud America dove si trova in viaggio in questo momento insieme alla compagna e al figlio. “Mi piacerebbe essere lì con voi, qualche volta mi mangio le mani, dicendo ‘ma che hai fatto?’. Potevo fare il ministro, però la verità è che sto bene, sto davvero bene”. Ma ha anche detto: “Quando ho deciso di partire, non avrei mai pensato che mi sarebbe mancata così tanto l’attività politica”. Quindi l’ex deputato ha difeso la decisione del vicepremier M5s di andare da Bruno Vespa e denunciare il “condono” in televisione: “I panni sporchi si lavano in famiglia? Fino a un certo punto. Perché io voglio essere informato delle cose che accadono o non accadono. Luigi anche in questa fase del condono ha dimostrato ancora una volta da che parte sta, dell’onestà intellettuale. Questo vogliono le persone, vogliono vedere qualcuno che si incazza perché è successo qualcosa che non si aspettavano”.

Il benvenuto di Virginia Raggi: “Bentornati”
Fare gli onori di casa è toccato a Virginia Raggi, sindaca M5s di Roma. “Bentornati”, ha detto. L’ultima volta di Italia 5 stelle era il 2014, Beppe Grillo cercava di tenere alti gli animi dei suoi dopo la botta delle Europee e l’elezione grillina in Campidoglio ancora lontana. “Nove anni fa è partita la nostra rivoluzione”, ha detto oggi la Raggi. “Nove anni fa abbiamo iniziato a costruire un’Italia a 5 Stelle. Siamo partiti avendo 5 punti che per noi sono e restano la nostra guida. Acqua pubblica; mobilità sostenibile; sviluppo; connettività e ambiente. Le nostre 5 stelle. Nove anni fa nessuno ci credeva. Dicevano che eravamo dei folli, che le nostre erano idee strampalate. Ora, però, siamo al governo e – cosa più importante – stiamo realizzando i nostri sogni. Stiamo mantenendo le promesse che ci eravamo fatti tanti anni fa. Non abbiamo mai tradito noi stessi. E’ una rivoluzione che parte dal basso e che noi dobbiamo portare avanti e difendere da chi vuole la restaurazione del passato, da chi non vuole scalfire i privilegi dei soliti noti. Da chi ha provato a privarci della capacità di immaginare un futuro diverso per la nostra nazione. Sono i brontoloni, sono quelli pronti sempre a lamentarsi; a prospettare un futuro negativo. Quelli che distruggono e non costruiscono mai. In Sicilia si utilizza un’espressione meravigliosa per definirli: sono i nemici della contentezza”.

Il ministro Sergio Costa: “Via i criminali dalla nostra terra. Chi inquina paga, questo è il concetto”
Subito dopo Di Maio è intervenuto il ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Dal palco ha annunciato la riforma che sta preparando per l’ambiente. “Ho un sogno: Italia Paese parco. Fate girare lo slogan”, ha gridato. Una legge che parte dalla tragedia della Terra dei fuochi e fondata, ha spiegato, “sulla prevenzione. Dobbiamo salvaguardare prima che le cose diventino un male. Per questo sto scrivendo una nuova legge, che incardinerò tra qualche mese, ora c’è prima la manovra. Faremo prevenzione e bonifica, e per chi non li accetta – io sono un generale dei carabinieri -, la mannaia dello Stato deve cadere. I criminali fuori dalla nostra terra. Chi inquina paga, questo è il concetto”. Costa ha chiuso rilanciando la sua battaglia “plastic free”: “La prima università che ha accettato di essere plastic free è stata Foggia. Grazie Foggia, ci andrò lunedì per dire grazie Foggia”. E agli attivisti: “Siate plastic free tutti, a casa”.

La ministra della Salute Giulia Grillo: “Puntiamo a eliminare del tutto il superticket”
Meritocrazia e superticket. La ministra della Salute M5s, quella stessa che nelle scorse settimane era data in bilico nel governo (voci sempre smentite), ha parlato dal palco di Italia 5 stelle per annunciare quelle che sono le priorità del suo ministero. “Puntiamo a eliminare del tutto il superticket, vediamo per la prossima legge di bilancio”. La Grillo ha dato la sua parola al coordinatore nazionale del Tribunale dei diritti del malato-cittadinanza attiva Tonino Aceti garantendo che sul tema andrà avanti la sua battaglia. “Purtroppo i finanziamenti a disposizione per eliminarlo erano davvero pochi”, ha detto. Poi la Grillo ha parlato delle nomine all’Agenzia italiana del farmaco: “Volevamo portare la meritocrazia nella Sanità. E un primo grande passo l’abbiamo già fatto con la nomina di Luca Li Bassi a Direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), scelto da esperti che hanno valutato un centinaio di curriculum senza conoscere il nome ma prendendo in considerazione solo il lavoro fatto”.

Il ministro dei Rapporti con il Parlamento Fraccaro: “Stiamo facendo impazzire tutti”
“Sono passati 4 anni dalla prima Italia 5 Stelle e poco più di 4 mesi da quando siamo al governo. Eppure e’ cambiato il mondo, stiamo facendo impazzire tutti perché avevamo un sogno”. Lo ha detto il ministro per i rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, alla kermesse M5s. “Prima è arrivata la consapevolezza, poi il coraggio” di “mantenere le promesse”, ha aggiunto. “Noi vogliamo che i cittadini possano controllare i loro rappresentanti, noi vogliamo che i cittadini si possano votare le leggi di cui hanno bisogno”, ha detto ancora, notando che M5s non si è dimenticato l’obiettivo di “restituire le chiavi delle istituzioni ai cittadini”, la democrazia “diretta”. Quindi ha ribadito che è iniziato l’iter delle “riforme del cambiamento”: abolire 345 parlamentari, il referendum propositivo senza quorum. In questo Paese “nessun politico si deve permettere di dire andate al mare” e non andate a votare, ha sottolineato.

Il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli: “Per la fine dell’anno prossimo ci sarà un nuovo ponte a Genova”
Naturalmente la domanda per il ministro dei Trasporti è stata sul futuro del ponte Morandi, dopo il crollo del 14 agosto scorso. “Siamo passati dalla politica in cui vincevano gli interessi e i profitti alla politica in cui vincono i cittadini. Se non si garantisce la sicurezza togliamo le concessioni”, ha esordito dal palco. “Nella ricostruzione del Ponte Morandi ci deve essere il timbro dello Stato, sarà fatto tutto da società pubbliche, dalla progettazione alla realizzazione e al collaudo. Incrociamo le dita, entro la fine dell’anno prossimo ci sarà questo ponte, durerà tantissimo”. Il nuovo ponte di Genova dovrà essere “il simbolo dello stato, perché sono i privati che lo hanno fatto crollare. Ora torniamo noi, con le progettazioni, i collaudi e tutto sarà fatto da società pubbliche: il nuovo ponte sarà il simbolo della rinascita dell’Italia”.

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