Google Traduttore è forse il traduttore automatico più usato al mondo, anche come applicazione per smartphone. Quello che forse non tutti sanno è che l’applicazione funziona anche con la fotocamera. Ebbene sì, una fotocamera per tradurre: tu inquadri il testo, lei legge e traduce.

Di certo non funziona alla perfezione ma è comunque una bella comodità, soprattutto se ci si trova di fronte un cartello o un menu in una lingua sconosciuta. Basta inquadrare il testo per ottenere una traduzione; sommaria e raffazzonata, certo, ma in genere più che sufficiente per comprendere il senso generale o carpire l’informazione principale. Per esempio aiuta a capire se si stanno ordinando interiora di pesce o torta di mele; insomma quel tipo di dettaglio che ti può far svoltare la giornata.

Immagine: Depositphotos

 

Con l’ultimo aggiornamento Google Traduttore può gestire in tempo reale quasi 50 lingue. Significa che il testo tradotto compare “al volo”. Non serve scattare una fotografia né aspettare. È tutto immediato. Metti caso che ti trovi a Kuala Lumpur e devi sapere subito cosa dice quello strano cartello pubblicitario. Eventualmente è sempre possibile scattare la fotografia o copiare il testo a mano, alla ricerca di un risultato più preciso.

La traduzione via fotocamera in Google Traduttore si può fare con le lingue più diffuse al mondo, come inglese, spagnolo, cinese, arabo, ma anche con molte altre parlate da meno persone – ivi compreso l’italiano. Comunque il colosso del web non si è mosso basandosi solo sul numero di “parlanti”, visto finora ci sono soltanto quattro delle dieci lingue più parlate al mondo.

Il punto è che la traduzione automatica non è una semplice questione di vocabolario, così come quella fatta da un essere umano. Sarebbe fin troppo facile mettere una cinquantina di vocabolari dentro un’app e limitarsi a tradurre una parola alla volta. E sarebbe altrettanto inutile.

Ciò che fa Google Traduttore, e altri servizi simili, è invece usare sistemi di Intelligenza Artificiale applicati alla comprensione e all’interpretazione del linguaggio. Si parla di Natural Language Processing (NLP, in italiano Elaborazione del Linguaggio Naturale) e di Neural Machine Translation. Quest’ultima definizione sta a indicare che c’è una rete neurale che governa la traduzione, un sistema informatico che imita le connessioni nervose vere e proprie nella struttura e nel funzionamento.

Il sistema intelligente non si limita al vocabolario bilingue come qualsiasi studente al primo anno di università, ma vanta una conoscenza più avanzata delle due lingue in gioco, e costruisce una traduzione di buon livello. O almeno ci prova.

Gli esiti sono quelli che chiunque può verificare usando Google Traduttore. In alcuni casi il risultato è buono, altre volte solo discreto, e altre ancora un vero disastro. Eppure la traduzione automatica oggi è già uno strumento potente, incredibile in confronto a ciò che era solo cinque anni fa.

E migliora a ritmi vertiginosi, esponenziali in effetti, ma ci vorrà ancora tempo perché interpreti e traduttori comincino davvero a preoccuparsi.

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