Il rifugio Chez Jesus non c’è più. È stato sgomberato mercoledì mattina all’alba dalle forze dell’ordine il sottoscala della chiesa di Claviere (in Alta Val di Susa, a pochi chilometri dal confine francese) che era stato occupato a marzo da un gruppo di antagonisti italiani e francesi per dare un appoggio ai migranti in viaggio verso la Francia. Dopo la circolare sullo sgombero degli immobili occupati voluta dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, agenti della Digos e carabinieri sono passati ai fatti. “Stanno sgomberando il rifugio e stanno distruggendo tutto. Accorrete”, è l’allarme lanciato su Facebook dagli occupanti.

Contro l’occupazione aveva sporto una denuncia don Angelo Bettoni, parroco di Claviere, poi duramente contestato dai militanti No Borders. “Sono arrivati verso le otto meno dieci – ha spiegato un’attivista, Manon, a Radio Onda D’Urto – sono entrati quasi subito. La barricata non è durata a lungo”. Gli agenti hanno identificato 18 persone. Quindici sono anarchici (riferiscono fonti di polizia), di cui nove italiani e sei francesi. Nonostante si fossero barricati dentro, non hanno opposto resistenza e sono stati tutti denunciati per invasione di edificio. Tre sono invece i migranti africani portati in questura per accertamenti. Ora la struttura è presidiata per evitare che sia di nuovo occupata.

“La situazione dal punto di vista sanitario e della sicurezza non era più accettabile. Persino nei loro siti raccontavano che c’erano troppe persone – dice a ilfattoquotidiano.it il sindaco di Claviere Franco Capra – qui di solidarietà c’era ben poco ormai. Era diventato un centro sociale, un luogo di aggregazione per frange violente che hanno vandalizzato alcune attrezzature del paese, come il campo dal golf e i cannoni di innevamento di proprietà del comune”. Secondo Capra i militanti non facevano un lavoro buono per i migranti: “Li mandavano in Francia dove avrebbero comunque vissuto da clandestini, mentre avrebbero dovuto lavorare sul piano burocratico”.

Si schiera dalla parte dei No border, invece, il centro sociale Gabrio di Torino: “Così, proprio quando l’inverno sta per iniziare, si sgombera un luogo che ha avuto un importanza fondamentale per le centinaia di persone che lo hanno attraversato – si legge sulla loro pagina Facebook – un luogo caldo dove passare e riposare per una notte, dove mangiare un pasto, trovare abbigliamento adeguato per le temperature polari che ci sono a queste latitudini, raccogliere informazioni per non perdersi sulla montagna e rischiare di morire”. Intanto la stagione fredda è alle porte e, sebbene il numero di passaggi sembri essere calato, tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre le istituzioni hanno aperto un punto di prima accoglienza nella casa salesiana di Oulx che si aggiunge a quello già presente a Bardonecchia.

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