In Italia sono sempre stati preda dei cacciatori, tanto da essere considerati estinti: per questo motivo gli Ibis hanno “dimenticato” la rotta che li portava un tempo nel nostro Paese e ora non sanno più come tornarci da soli. Così, qualche giorno fa, è iniziata una missione speciale, per reinsediare la specie dell’Ibis eremita, l’uccello migratore che ha disimparato a “migrare”: 31 esemplari sono partiti dal lago di Costanza, in Germania, seguendo un piccolo aereo ultraleggero, che mostra loro la strada, fino al lago di Orbetello, dove arriveranno fra due tre settimane. Mille chilometri di viaggio, attraverso le Alpi, al seguito della voce di “mamme adottive“, e umane, che hanno allevato i piccoli fin dai primi passi.
Il progetto europeo si chiama Life ed è nato 10 anni fa: già dal 2014 i ricercatori hanno osservato il rientro di alcuni Ibis, che accompagnati dai team del Wwf in Italia, sono riusciti a rientrare da soli nelle stagioni calde in Germania. “Le mamme adottive dell’Ibis assumono il compito naturale, che i genitori naturali non possono più svolgere, perché – spiega Joern Ehlers, del Wwf – loro stessi non conoscono più la strada. Si seggono su un aereo ultraleggero con un pilota e la mamma chiama continuamente: “Waldi (da Waldrappe, il nome tedesco della specie, vieni, vieni!” I volatili riconoscono la mamma dalla voce ma anche dagli abiti, l’hanno sempre vista vestita di giallo”.
Gli Ibis eremita sono nella lista rossa degli animali che rischiano l’estinzione: “Complessivamente ce ne sono duemila, per lo più nei giardini zoologici, in Nordafrica, Marocco e Siria. Questi uccelli non migrano più. La particolarità di questo progetto è che si vuole fare in modo che tornino ad essere dei migratori. Come erano prima”. Il progetto va avanti da 10 anni e nel corso del tempo si è migliorata la tecnica: si è capito ad esempio quale sia la velocità adeguata per gli uccelli, e di quante pause abbiano bisogno. “In Baviera quest’anno sono tornate quattro coppie, otto ibis. Questo è stato un grande successo, hanno avuto anche 24 piccoli”.
Anche loro, a questo punto, dovrebbero essere in grado di riprendere a migrare. “Gli ibis hanno bisogno di spazio libero, dove si possano cibare. Mangiano qualsiasi cosa: vermi, semi. Il problema è che non sono particolarmente timidi e proprio questo li ha resi preda facile dei cacciatori. Anche in passato erano considerati delle prelibatezze”, spiega ancora Ehlers. Questo resta tuttora il rischio maggiore: si teme sempre che possano essere cacciati illegalmente.
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