Un concorso straordinario per ispettori del lavoro per contrastare, tra il resto, il fenomeno del caporalato. Il vicepremier e ministro del Lavoro Luigi Di Maio, parlando ai microfoni di Radio24, ha spiegato che sta pensando a un provvedimento urgente dopo la nuova strage di braccianti agricoli immigrati avvenuta ieri a Foggia. “Non dobbiamo fare nuove leggi”, ha sottolineato. “Ci sono già, ma lo Stato non è ancora attrezzato per controllare la trasgressione”. Servono quindi più ispettori: “Oggi ci sono poche centinaia di persone che devono controllare milioni di realtà e imprese”.

Il leader M5s ha anche anticipato che domani ci sarà un nuovo vertice di maggioranza in vista della legge di Bilancio: “Metteremo sul tavolo tutti i provvedimenti promessi a italiani, come il reddito di cittadinanza e la flat tax. Dovremo superare la legge Fornero. Io sto scrivendo una legge sul taglio alle pensioni d’oro, la proposta è stata depositata ieri e credo che per settembre-ottobre sarà approvata”. Quanto al rischio di un nuovo aumento dello spread in seguito ad attacchi speculativi sui titoli di Stato italiani, secondo Di Maio “i mercati devono solo imparare a conoscerci. La nostra è una rivoluzione copernicana che mette al centro non certo qualche lobby ma le persone”.

Sulla vicenda Ilva, dopo il nulla di fatto del vertice con i sindacati convocato lunedì, il ministro attacca: “Non la mollo a chiunque. Ora pende la spada di Damocle della gara. Ma su questo deve rispondere l’Avvocatura. Un anno fa si è deciso di affidarla a un privato. Ho chiesto se era tutto in regola e l’Anticorruzione ha detto di no. Avevano dato un maggior punteggio all’offerta economica invece che a quella ambientale e occupazionale. Si vuole che risolva in tre mesi una cosa abbandonata da venti anni”

Infine la Rai. Per Di Maio Marcello Foa, la cui nomina alla presidenza non ha avuto il via libera della Vigilanza, “non è un giornalista di partito. Fabrizio Salini non lo conoscevamo fino a 15 giorni prima di nominarlo. Quindi non si può dire che sono legati ai partiti. Ma finché non si troverà un’intesa tra gruppi è inutile mandare un nome alla Vigilanza”. Quanto al presidente, “per eleggerlo ci vogliono i 2/3 delle forze politiche in Commissione vigilanza e ora non si riesce a nominarlo perché non cediamo alle logiche di lottizzazione politica della Rai”. Ma “si troverà un’intesa su valori e principi e riusciremo a eleggere un presidente”.

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