Estate calda nelle Università italiane e non solo per le temperature. Oltre 5mila docenti hanno deciso di aderire allo sciopero dagli esami di profitto proclamato per la seconda volta negli atenei dal “Movimento per la dignità della docenza universitaria” che chiede la risoluzione definitiva della vertenza sugli scatti di anzianità oltre che nuovi concorsi per i professori e per i ricercatori.

I docenti hanno deciso di alzare la voce e da viale Trastevere arriva un primo segnale: martedì scorso il sottosegretario all’Istruzione Lorenzo Fioramonti ha incontrato una delegazione dei docenti che hanno incrociato le braccia mettendo in difficoltà gli studenti. Un incontro giudicato positivo da Carlo Ferraro del Politecnico di Torino, promotore della protesta: “Fioramonti ha espresso la volontà di dare un chiaro segnale di cambiamento immediato cui far seguire altre azioni nella legislatura in atto e ha assicurato il massimo impegno del governo in Legge di bilancio”. I docenti degli atenei hanno presentato le loro richieste: “L’Università ha assoluto bisogno, per quest’anno, di vedere sbloccati in via definitiva gli scatti stipendiali, e ha bisogno di assunzioni di professori associati, ordinari e di ricercatori di tipo “B” oltre che borse di studio per gli studenti. I risultati – spiega il professor Ferraro – li troveremo solo nella Legge di bilancio, che di solito è proposta dal governo alla metà di ottobre e fino ad allora occorrerà tenere alta la guardia”.

I docenti universitari hanno una piattaforma di proposte specifiche. Non chiedono aumenti degli stipendi ma che lo sblocco parta dal primo gennaio 2015 e non dall’anno successivo, e con il riconoscimento giuridico del triennio 2011-2014, come è stato fatto per tutti gli altri dipendenti pubblici. La lista che Fioramonti si troverà sul tavolo è dettagliata.

Ferraro e i suoi colleghi reclamano 80 milioni di euro per le borse di studio degli studenti perché “oggi vi sono troppi ragazzi meritevoli ma senza borsa”, spiegano.

Con l’sos lanciato, i 5mila docenti chiedono al governo di disporre le risorse per la messa a concorso di 6mila posti per professori associati. Allo stato attuale, infatti, ci sono 14mila ricercatori a tempo indeterminato nel limbo di un ruolo a esaurimento. Tantissimi di loro, avendo già conseguito l’abilitazione scientifica nazionale, sono già pronti per tali concorsi, così come altri studiosi non ancora strutturati.

Non solo. La lista delle richieste prevede 4mila posti per i professori ordinari e 4mila per i ricercatori “Non si possono lasciare 19mila professori associati senza prospettive di carriera. E poi – spiega Ferraro – l’Università ha bisogno di nuove leve e occorre iniziare a dare soluzione forte al precariato. Riteniamo che queste richieste, insieme a quella dello sblocco degli scatti, costituiscano un ‘pacchetto equilibrato’, in grado di dare soddisfazione contemporaneamente a esigenze non più differibili nell’ambito universitario nazionale”. Intanto lo sciopero degli esami andrà avanti fino a fine mese creando inevitabili disagi agli studenti.

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