L’analisi del voto post amministrative di Beppe Grillo è contro “gli intellettuali della sinistra ringhiano che siamo fascisti”. E ancora: “Sono talmente arrabbiati che pregano per le disgrazie”. Quindi la replica all’attore Claudio Amendola e allo scrittore Edoardo Albinati che hanno criticato nei giorni scorsi le politiche sull’immigrazione del governo Lega-M5s. Il garante del Movimento, da tempo defilato rispetto alla cronaca, è intervenuto sul blog con un post di commento dopo i risultati dei ballottaggi dello scorso weekend e alla luce delle prime reazioni sull’esecutivo Conte. “Sono Imole Amare (un pensiero per l’intellighenzia della “sinistra” italiana)”, è il titolo della riflessione firmata dal comico e, come ormai d’abitudine, “dal suo neurologo”.

“Macron ci insulta pure lui”, ha attaccato Grillo partendo dalle tensioni con il presidente della Repubblica francese, “e tutti quanti confidano nelle differenze fra noi e la Lega perché sono come fantasmi che non riescono a toccare palla nel mondo reale: non gli resta che sfogarsi e invocare disgrazie, come quel premio Strega che si augurava morisse un bambino sull’Aquarius, credevo fosse soltanto un brutto scherzo del web. Ma dopo neppure 10 giorni si stanno albinatizzando tutti quanti, una trasformazione che fa pensare più al finale di mezzogiorno e mezzo di fuoco che ad un paese ed un partito democratico. Gente che campa pubblicizzando il gioco d’azzardo augura a noi ogni male possibile, non vogliono vivere in un paese con i porti chiusi (forse temono qualche bisca di stato in meno)”. Il primo riferimento è appunto allo scrittore Albinati, mentre il secondo ad Amendola. Il primo è finito al centro di alcune polemiche con il governo a metà giugno: Salvini infatti ha postato un video dove diceva di aver desiderato “che morisse qualcuno sulla nave Aquarius” per vedere che cosa avrebbe fatto il governo, mentre Amendola, che interpreta uno spot sulle scommesse, due giorni fa ha sostenuto di non voler vivere “in un Paese che chiude i suoi porti”.

In generale Grillo se l’è presa con gli “intellettuali della sinistra”, o meglio quelli che definisce “intellighenzia piddina”: “Riconosco che la parte del leone, nel togliere di mezzo il Pd dai comuni di quasi tutto il paese, non è stata nostra, non è una vittoria del Movimento. Questa constatazione paradossalmente solleva un po’; perché la rabbia disperata dei sodali dell’intellighenzia piddina è davvero impressionante”. E ancora: “Gli intellettuali della sinistra mostrano i canini e ringhiano che siamo fascisti, hanno perso qualunque forma di contegno e questo non è bello. Il livor furioso che si è scatenato nei cervelli che fiancheggiano la sinistra sta tracimando oltre ogni ragionevolezza. Sono talmente arrabbiati che pregano per le disgrazie, le invocano, tifano per le buche a Roma e guardano al mondo con la stessa fregola degli appassionati di B Movie Horror, roba che indurrebbe alla scaramanzia persino l’aspirapolvere per il popcorn”.

Per il garante 5 stelle è “una rabbia cieca”: “Quale cortocircuito cerebrale li ha trascinati dalla fantasia di ‘stare a guardare con il popcorn’ alla rabbia cieca, così, all’unisono? Fosse possibile restituirgli Imola, quasi quasi… Sarà forse per via della decidofobia, la fobia per le decisioni; quella stessa paura che ha tenuto il Paese nel limbo di una rovinosa adolescenza geriatrica agli ordini dei banchieri riducendoci ad una enorme bisca che la loro rabbia esplode così furiosa?”. Quindi il suo appello personale: “Uomini della sinistra frou frou ricomponetevi e rilasciate l’Italia senza condizioni, mi appello a quel briciolo di ‘essere nel mondo’ che dovrebbe riuscire a muovervi a più miti contegni”.

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