I magistrati entrano nel dibattito sull’accoglienza dei migranti e il contrasto ai trafficanti. Nelle ore in cui il ministro dell’Interno Matteo Salvini chiude i porti ad altre due navi, il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro rivolge pesanti accuse alle ong: “Fanno parte di un sistema profondamente sbagliato, che affida la porta d’accesso all’Europa a trafficanti che sono criminali senza scrupolo. Questo non risponde né a senso di umanità né di solidarietà”, ha detto Zuccaro. E poco dopo su questo tema è intervenuto anche il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho: “Quello che rende difficile il contrasto alle organizzazioni che gestiscono il traffico di migranti è il disordine negli interventi”, che secondo il magistrato rende impossibile “avere appartenenti alla polizia giudiziaria sulle nave che vanno a recuperare i migranti”. Entrambi i magistrati erano ospiti di un convegno a Catania.

Tutto ciò, aggiunge De Raho, impedisce “di svolgere immediate acquisizioni investigative, così come era sempre avvenuto. Questo è un ostacolo enorme allo sviluppo di indagini soprattutto nell’individuazione di soggetti che appartengono alle organizzazioni nord africane di gruppi criminali legati tra di loro in una rete per l’immigrazione che determina anche situazioni di schiavitù di migranti vittime di violenze e anche di omicidi”. Il procuratore nazionale ha poi puntualizzato che “l’esperienza acquisita nel contrasto al traffico umano è vasta e le Procure siciliane e del sud Italia sono state in grado di portare avanti indagini particolarmente significative”.

Dal canto suo Zuccaro ha sottolineato anche la posizione anomala, secondo lui, di Malta e delle ong. Secondo il pg, il centro di soccorso italiano in mare “interviene in un’area Sar che è stata estesa a 1,5 milioni di chilometri quadrati circa, a causa del disimpegno delle autorità maltesi che pure dovrebbero presidiare un’area Sar di non modesta estensione lungo la rotta del mare Mediterraneo centrale, ma che, sistematicamente, rifiutano l’utilizzo dei loro porti per l’approdo”. “Dagli atti ufficiali – ha precisato Zuccaro – l’aera Sar italiana è di 500mila chilometri quadrati, e non è direttamente confinante con le acque territoriali libiche. Tra le due aree si interpone la Sar maltese, che è di 250mila chilometri quadrati, dove l’autorità di soccorso di Malta si rifiuta sistematicamente di intervenire alle richieste di soccorso”.

Quanto alle Ong, secondo Zuccaro “fanno parte di un sistema profondamente sbagliato, che affida la porta d’accesso all’Europa a trafficanti che sono criminali senza scrupolo. Questo è l’aspetto sbagliato delle cose che non risponde né a senso di umanità né di solidarietà. E non parlo di inchieste in corso, non lo farei con i giornalisti, ma di un fenomeno generale”.

Zuccaro è andato oltre, sostenendo che “le dimensioni del traffico organizzato dei migranti non sono una variabile dipendente soltanto dal volume della domanda, che potenzialmente è inesauribile, e da quello dell’offerta. Ma sono in buona misura condizionate dalle risposte a livello politico, e in minima parte giudiziario, che vengono adottate dalla controparte che più di tutte è coinvolta, e cioè l’Italia“. Più in particolare “se le autorità italiane rinunciano al controllo del flusso migratorio – aggiunge il procuratore – se le misure adottate non vengono coerentemente applicate da tutte le componenti del sistema Italia, allora il fenomeno sarà esclusivamente governato dalle organizzazioni criminali che operano in Libia in un regime di monopolio”.

Le frasi di Zuccaro hanno scatenato le polemiche di alcuni esponenti del centrosinistra. Il primo a rispondere è stato il presidente del Partito democratico Matteo Orfini: “Trovo sconcertanti le parole di Zuccaro sulle ong. Si sceglie di criminalizzare chi ha la sola responsabilità di provare a salvare vite umane, sopperendo spesso all’assenza degli Stati e delle istituzioni”. Sulla stessa linea anche Giuseppe Civati e Andrea Maestri di Possibile, che hanno invitato Zuccaro “a parlare con fatti concreti, non diventare un opinionista improvvisato. Le sue tesi sulle Ong sono sorprendenti e gravi, oltre che obiettivamente infondate. Il sistema profondamente sbagliato è quello ispirato al proibizionismo migratorio della Bossi-Fini che, come il giurista certamente sa, è il muro giuridico che per essere varcato dai disperati richiede l’intermediazione illecita dei trafficanti di esseri umani”.

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