“Si parla tanto di immigrazione. Non sono un politico e non voglio fare politica, però io sono nato in Italia, cresciuto in Italia, e, purtroppo, mai stato in Africa” ha dichiarato Mario Balotelli alla conferenza stampa di presentazione del libro di Alessandro Alciato ‘Demoni’. “Eppure ho ottenuto la cittadinanza italiana soltanto a diciotto anni“, ha aggiunto il calciatore. “Credo che la legge debba cambiare: non sono un politico, non è il mio campo, ma se devo fare un appello per questo lo faccio”. Immediata è arrivata la risposta del neo ministro dell’Interno Matteo Salvini, che su Twitter chiama in causa la legge mai approvata sullo ius soli (non citata da Balotelli): “Caro Mario, lo ‘ius soli‘ non è la priorità mia, né degli italiani. Buon lavoro, e divertiti, dietro al pallone”.

Il botta e risposta fra il leader della Lega e l’attaccante della Nazionale, richiamato in Italia dal neo ct Roberto Mancini, era già iniziato qualche giorno fa. Di fronte all’ipotesi che Balotelli possa essere scelto come capitano degli azzurri (“un bel segnale per gli immigrati“, aveva commentato lo stesso calciatore), Salvini aveva dichiarato che per quel ruolo serve “umiltà”, a prescindere dal colore della pelle. “Magari Balotelli mi stupirà, ma negli anni passati, sia in campo che fuori, non mi è sembrato una di quelle persone umili, in grado di fare squadra, anzi metteva in disaccordo tanti”, aveva aggiunto il ministro.

Contro Balotelli Salvini si era espresso anche nella serata di lunedì durante un comizio a Fiumicino. “Abbiamo tanti nemici, ci hanno attaccato Soros, uno dei più grandi speculatori mondiali, Balotelli, ognuno ha i profeti che merita, e Saviano, che ho querelato”, aveva dichiarato il leader del Carroccio.

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