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  1. Governo Conte, chi sono i ministri: da Di Maio e Salvini (con i fedelissimi) agli “istituzionali” come Moavero. Poi il prof di educazione fisica e il generale che indagò su Terra dei Fuochi
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Politica

Governo Conte, chi sono i ministri: da Di Maio e Salvini (con i fedelissimi) agli “istituzionali” come Moavero. Poi il prof di educazione fisica e il generale che indagò su Terra dei Fuochi - 17/20

Biografie brevi dei componenti dell'esecutivo M5s-Lega. Storie, esperienze e mondi completamente diversi: dal ministro dell'Economia Tria vicino a Quagliariello e Brunetta alla sorpresa Toninelli che guiderà le Infrastrutture dopo l'esperienza partita coi meetup nel 2009, dall'avvocata leghista Stefani (Affari regionali) sempre in linea con i berlusconiani nelle battaglie sulla giustizia alla Bongiorno che amministrerà la Pubblica amministrazione

Infrastrutture e Trasporti: Danilo Toninelli – Nato a Soresina, in provincia di Cremona, 44 anni, è l’unica sorpresa nella riformulazione della lista dei ministri dallo shock di domenica alla squadra definitiva di Conte. Al secondo mandato da parlamentare, nella scorsa legislatura è stato l’uomo dei regolamenti, delle questioni istituzionali e delle riforme elettorali del Movimento Cinque Stelle. Tra le altre cose è stato vicepresidente della commissione Affari costituzionali della Camera. Rieletto, è stato indicato come capogruppo al Senato del M5s e ha affiancato Di Maio nelle estenuanti consultazioni al Quirinale.

Dal 1999 al 2001 ufficiale di complemento dell’Arma dei Carabinieri, poi ispettore assicurativo dal 2002 al 2013 a Bergamo e Brescia, è attivista del M5s dal 2009. Prima di approdare in Parlamento si era già candidato due volte nella sua regione senza essere eletto: alle Regionali della Lombardia nel 2010 e alle Comunali nel 2012 a Crema (prese 9 preferenze). Nella scorsa legislatura ha firmato, oltre alla riforma elettorale cosiddetta Democratellum (un proporzionale quasi puro), anche una proposta di legge costituzionale per l’abolizione delle Province. Per tutti questi motivi sembrava certo che diventasse ministro per le Riforme istituzionali. E invece è diventato titolare del ministero che in una prima versione del governo Conte sarebbe dovuto andare a Mauro Coltorti, un manager in quota Lega. Il suo sarà un compito complicato perché proprio sulle infrastrutture si prevedono le principali differenze di vedute. A partire dalla Tav.