Non verificavano il tipo genetico dei verri né la corretta esecuzione delle operazioni di classificazione delle carcasse dei maiali, destinati alla produzione dei prosciutti, salami e formaggi Dop. Adesso non potranno certificarne la qualità per 6 mesi.

È il primo risultato dell’inchiesta aperta nei mesi scorsi dalla procura di Torino sulla non conformità di numerosi maiali al disciplinare del prosciutto di Parma e di San Daniele. In particolare, alcuni allevatori del Nord Italia avrebbero utilizzato maiali di razza Duroc danese, più redditizia, per inseminare interi allevamenti, in violazione appunto delle stringenti disposizioni del disciplinare.

È arrivata così la sospensione delle autorizzazioni concesse a Ifcq e Istituto Parma Qualità per la certificazione di diverse produzioni, fra cui lo stesso San Daniele, Cinta Senese, pecorino romano e Sarso, mortadella di Bologna e cotechino di Modena.

Lo stop scatterà dall’1 maggio e prevede che i certificatori rimuovano le cause che hanno portato al provvedimento, anche tramite “la rigorosa applicazione dei piani di controllo” tramite “la verifica del tipo genetico dei verri” e “della corretta esecuzione delle operazioni di classificazione delle carcasse”.

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