Come non-lavorare neppure un giorno e incassare 16mila euro per un mese virtuale di impegno politico-amministrativo da consigliere regionale. Accade a Trieste, nella regione a statuto speciale del Friuli Venezia Giulia. Accade che, quando mancano poco meno di quattro settimane alla fine della legislatura, le concomitanti votazioni politiche abbiano provocato le dimissioni di tre consiglieri neo eletti a Roma. Ed ecco altri tre pronti a subentrare, per il tempo strettamente necessario a veder sancita la loro nomina, ovvero i primi dei non eletti delle regionali 2013. Si siedono sulla poltrona, assistono alla ratifica della surroga e si alzano quasi subito. Perché il Palazzo, di fatto, ha chiuso. Niente sedute in aula, niente commissioni, soltanto ordinaria amministrazione in attesa di sapere chi sarà il successore di Debora Serracchiani.

Eppure lo stipendio corre. Lo impone la legge. Come la legge impone che quei tre scranni non restino vuoti. Un tributo alla democrazia rappresentativa, che però costerà 50mila euro ai contribuenti. A lasciare il consiglio regionale friulano sono stati l’ex vicepresidente regionale Luca Ciriani (eletto con Alternativa Popolare-Fratelli d’Italia) diventato senatore, e i due neo deputati, l’ex presidente regionale Renzo Tondo (che fino a due settimane fa era il candidato governatore di Forza Italia, poi sacrificato al leghista Massimiliano Fedriga) e il forzista Roberto Novelli. Al loro posto, baciati dalla fortuna, Luigi Cacitti ha sostituito Tondo, Markus Maurmair ha preso il posto di Ciriani e Micaela Sette quello di Novelli.

Ma le posizioni si sono diversificate. A cominciare da quella di Maurmair, attuale sindaco di Valvasone, un ex esponente del Pdl che in vista delle politiche ha contribuito a far nascere il Patto per l’Autonomia (friulana). Ha subito optato per il gruppo Misto e ha criticato i colleghi che intascheranno l’indennità senza un giorno di lavoro. Ha infatti dichiarato: Ho accettatola surroga per evitare lo spreco di soldi pubblici”. Come? Non si è dimesso da sindaco, risulta quindi incompatibile e la sua carica di consigliere regionale verrà dichiarata decaduta. Ma per i tempi della burocrazia serviranno un paio di settimane, poi il sindaco avrà dieci giorni di tempo per comunicare se intende dimettersi dall’incarico a Valvasone. A quel punto la legislatura sarà chiusa. “In questo modo la Regione risparmierà sulla mia indennità. Io non intendo accettarla e non ho nemmeno comunicato le mie coordinate bancarie. Voglio così protestare per dimostrare l’inutilità delle surroghe a un mese dal voto”. Ma se Maurmair decadesse prima della fine legislatura, sarebbe pronto al subentro Fabiano Filippin che invece, come riporta il quotidiano Il Piccolo, allo stipendio non rinuncerebbe.

I soldi è intenzionato a prenderli Cacitti, che era coordinatore di Forza Italia in Alto Friuli, ma si è dimesso da quella carica per protesta dopo l’iniziale designazione di Tondo quale candidato-governatore. Il giorno della ratifica della surroga non si è neppure seduto tra i berlusconiani, ma ha preferito ex Ncd ed ex Ap. Poi ha dichiarato: “Intendo dare un segnale a Forza Italia cui serve un cambio di rotta dopo i risultati elettorali e la mancata candidatura di Riccardo Riccardi. L’indennità? La prenderò, perché mi sono sempre occupato dei problemi della Regione”. Il terzo neo-consigliere è Micaela Sette, di Forza Italia, ex sindaco di Latisana, di professione commercialista. A domanda, ha risposto: “L’indennità? Pura demagogia”.

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