La Cassazione, dopo il via libera alla possibilità di risalire e anche conoscere la madre biologica, se c’è il consenso della donna, ha aperto alla possibilità, per i figli adottivi alla ricerca dei loro legami di sangue, di sapere che fine hanno fatto gli eventuali altri fratelli o sorelle dati anche loro in adozione e cresciuti da altre famiglie. La Suprema Corte ha quindi accolto il ricorso di un uomo, ormai adulto, adottato da piccolo da una famiglia piemontese, che vuole avere notizie delle due sorelline date in adozione, decenni fa come lui, a due famiglie diverse. Già per due volte, l’ultima nel 2013, Pierluigi Z. si è sentito rispondere ‘no’ dalla Corte di Appello di Torino che gli ha detto che il diritto alla riservatezza sull’identità delle sue sorelle prevale sul suo diritto a recuperare i legami biologici.

La Cassazione ha quindi depositato il verdetto accogliendo la richiesta di Pierluigi e ha incaricato la Corte torinese di tornare suoi propri passi e dare la possibilità all’uomo di conoscere le due piccole sorelle, dalle quali è stato separato, che non ha mai dimenticato. “L’adottato ha diritto di conoscere le proprie origini – ha stabilito la Cassazione – accedendo alle informazioni concernenti, non solo l’identità dei propri genitori biologici, ma anche quella delle sorelle e fratelli biologici adulti, previo interpello di questi ultimi mediante procedimento giurisdizionale idoneo ad assicurare la massima riservatezza ed il massimo rispetto della dignità dei soggetti da interpellare, al fine di acquisirne il consenso all’accesso alle informazioni richieste o di constatarne il diniego, da ritenersi impeditivo all’esercizio del diritto”. Ora per Pierluigi, e per tante altre persone che non si arrendono alla cappa di segretezza – non più inespugnabile – delle adozioni, la strada è aperta e per percorrerla basta il ‘sì’ di chi si sta cercando.

“Per Pierluigi è un grande passo. Ora attenderà il prosieguo della vicenda e la consultazione delle sorelle. Se queste sceglieranno di non incontrarlo, ne rispetterà la decisione. Se l’esito della consultazione fosse positivo, per lui sarà motivo di grande gioia”, così gli avvocati dell’uomo, Elena Cavaglià e Filippo Ferlisi, hanno commentato la decisione della Cassazione.

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