Zainetto uguale per tutti per abbattere le differenze, nessun compito a casa e al posto dei voti le luci del semaforo in pagella. A svelare all’Italia il progetto dell’istituto comprensivo “Bottacchi” di Novara è stata Monia Sangermano con un post su Facebook che è diventato virale raccogliendo oltre 169 mila “mi piace” e più di 95 mila condivisioni.

Monia, giornalista e mamma, ha scritto sulla sua bacheca allegando tanto di foto: “Questa è la mia nipotina di sette anni. Oggi sono andata a prenderla a scuola e mi ha spiegato che questo zainetto che utilizza non lo ha comprato. La scuola lo ha fornito, uguale, a tutti i bambini. Tutti con lo stesso zainetto, senza differenze tra chi ha “le principesse originali” e chi invece le “principesse dei cinesi“; senza differenze tra chi ha lo zainetto più bello e chi quello meno bello. E soprattutto, non so bene quanto costi uno zaino per bambini delle elementari, ma suppongo che bisogna mettere in conto almeno 50 euro, se non di più. E questo, pratico, leggero e spazioso, lo fornisce la scuola ad un prezzo simbolico che include anche diario, astuccio, quaderni e tutto il materiale che serve per la scuola per tutto l’anno”.

Sono bastate poche parole per scatenare entusiasmo in rete. Ma dietro quello zaino c’è molto di più. Basta parlare con la dirigente scolastica del “Bottacchi” per scoprire che lo zaino uguale per tutti fa parte di una sperimentazione ben più amplia che coinvolge una classe prima dove gli insegnanti e i genitori hanno deciso di cambiare il modo di fare scuola: “In quella cartella – spiega Laura Panziera che, a differenza della maggior parte dei presidi, ha il suo numero di cellulare sul sito della scuola – devono mettere ben poco, la portano a casa solo nel fine settimana perché i compiti non si fanno visto che abbiamo il tempo pieno. E’ una classe senza voti con una valutazione alternativa. In pagella accanto alle griglie osservative con gli obiettivi ci sono i colori del semaforo: arancio, verde, rosso. In classe abbiamo i banchi modulari in modo che i bambini possano lavorare insieme”.

La sperimentazione dello zaino coinvolge 25 bambini ed è stata approvata dal collegio docenti, dal consiglio d’istituto e resa possibile grazie al contributo dei genitori: “Con cinquanta euro forniamo lo zaino e tutto il materiale necessario per stare a scuola. Mamma e papà non devono comprare più nulla. L’idea – continua la preside – è quella di creare una classe cooperativa. I bambini non hanno materiale personale ma lo condividono. L’obiettivo è quello di prendersi cura di sé, degli altri, dell’ambiente in cui vivono. In questo modo abbattiamo le differenze sociali”.

A manifestare qualche dubbio è Angela Nava dell’associazione “Genitori Democratici”: “E’ un tentavo dignitoso già fatto anni fa anche dal comune di Roma ma il rispetto della differenza passa attraverso l’educazione. Ci sarà sempre qualcosa che differenzia: il cellulare, la scarpa, il cappotto. Non contesto l’iniziativa ma non risolve il problema: siamo noi adulti ad essere malati. Non sono i grembiulini e gli zainetti ad abolire la differenza sociale”.

Intanto Monia Sangermano si “gode” la fama. Nel giro di poche ore è diventata la zia più famosa d’Italia, contatta da giornali e radio: “Un semplice post ha avuto una risonanza strepitosa. Qualcuno mi ha scritto che conformare i gusti non è giusto, altri hanno sollevato problemi sulla leggerezza dello zaino ma gli insegnanti hanno voluto solo renderli più partecipi e dentro la cartella non ci sono troppi libri perché i compiti non si fanno”.

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