Accade che una scuola di provincia ospiti un progetto sulle fiabe del mondo. Accade che questo progetto metta i bambini al centro del gioco, protagonisti delle fiabe che vengono raccontate. E che Ramona giochi a fare la strega con i bambini. Fin qui tutto normale. Quel che non è normale, è che la storia della “strega Romilda” arrivi sui giornali, prima locali e poi nazionali. E che un neosenatore leghista se la prenda a cuore al punto da promuovere un’interrogazione parlamentare per indagare sul ritorno della stregoneria. Mi auguro che il clamore attorno alla strega in questione porti sempre più scuole a chiamarla per parlare di multiculturalità. E che qualcuno si avveda di quanto poco ci separi da un nuovo Medioevo.

Per questo, e molto volentieri, ospito nel blog la lettera di Cecilia, mamma di uno dei bambini che hanno assistito alla lezione.  

P.s. Al senatore leghista in questione vorrei dire che le streghe non esistono. Sempre che sia quella la sua reale preoccupazione   

Sono la mamma di un alunno della scuola primaria di Mocasina che ha partecipato al progetto multiculturale con Ramona, ormai meglio conosciuta come “la strega Romilda”, e a nome di diversi genitori della classe di mio figlio voglio prendere apertamente le distanze da quanto scritto in un articolo de La Nuova Bussola Quotidiana, poi ripreso da radio e giornali nazionali. Quell’articolo ci ha lasciati sconvolti e amareggiati per diversi motivi.

Innanzitutto per la modalità utilizzata: chi si permettere di scrivere parole così forti contro una persona e un’istituzione scolastica dovrebbe avere quanto meno il coraggio di prendersi la responsabilità delle proprie accuse firmando l’articolo con nome e cognome. Inoltre, chi lo ha scritto si è trincerato dietro un generico “le mamme di una classe prima”, lasciando in questo modo intendere che tutte le mamme di quella classe fossero della stessa opinione, cosa invece assolutamente falsa. Molte di quelle mamme infatti si sono sentite offese per questo coinvolgimento e vogliono chiarire pubblicamente la loro posizione.

Ancora più grave è totale mancanza di deontologia professionale da parte dei giornalisti della Nuova BQ che hanno pubblicato un articolo diffamatorio contro una persona e un’istituzione scolastica senza prima aver verificato la notizia alla fonte, senza aver dato diritto di replica ai diretti interessati, senza aver parlato con la persona “incriminata” e con le insegnanti che hanno organizzato il progetto.

Siamo poi rimasti sconvolti per il tono usato nell’articolo, un tono da Tribunale dell’Inquisizione che ricorda tempi bui che si sperava l’umanità avesse superato. Tempi, appunto, da caccia alle streghe che nel 1600 finivano sul rogo e oggi alla gogna mediatica. Il paragone potrebbe sembrare eccessivo, ma non lo è dal momento che nel citato articolo si legge “strega in classe invoca gli spiriti” e si dice addirittura che “le notti in cui il bambino ha dormito con la conchiglia [un amuleto magico che nella storia raccontata ai bambini avrebbe esaudito i loro desideri] ha sanguinato dal naso sporcando tutta la federa”. Addirittura il neosenatore leghista Simone Pillon ha pubblicamente dichiarato che nelle scuole della “sua” Brescia “sono arrivati a imporre la stregoneria” e intende fare su questo un’interrogazione parlamentare.

Siamo infine sconvolti e amareggiati per il tipo di accuse sollevate: da sempre le favole della buonanotte invocano gli spiriti che accompagnino i bambini in un sonno sereno, da sempre “l’acqua magica” cura le sbucciature di una brutta caduta, da sempre il biscotto speciale degli gnomi fa passare la tristezza. La magia fa parte dell’immaginario dell’infanzia, colora il mondo dei bambini riempiendolo di sogni e desideri. E in fondo quali formule e amuleti magici ha usato la “strega Romilda”? Un dattero che fa venire un’incredibile voglia di leggere libri, una conchiglia che esaudisce i desideri… possiamo veramente dire di avere paura di questo? Possiamo davvero pensare che questo sconvolga i sonni dei nostri figli? Ramona viene poi accusata di insegnare ai bambini a mantenere un segreto nei confronti dei genitori con un ricatto, per aver detto loro di nascondere la conchiglia sotto il cuscino senza dirlo a mamma e papà se volevano che si realizzasse il loro desiderio. Questo non è educare alla menzogna e al segreto, è solo un gioco, è la creazione di una condivisone segreta tra i bambini che tiene fuori gli adulti che non capirebbero… quanta ragione c’è dietro questo gioco. Quanto miopi e stupidi si mostrano a volte gli adulti, e come sono bravi a rovinare i giochi magici dei bambini.

I nostri figli si sono divertiti e hanno saputo giocare con la magia con l’innocenza e la spontaneità dei bambini, nessuna strega cattiva è venuta a turbare i loro sogni, anzi, sono tornati casa raccontando la mattinata a scuola con grandissimo entusiasmo.

Io e molti altri genitori con cui mi sono confrontata prendiamo le distanze da tutte le accuse e difendiamo il progetto messo in atto dalla scuola di Mocasina, chi lo ha realizzato e le insegnanti che lo hanno organizzato. Non ultimo, vorremmo sottolineare la totale mancanza di fiducia nei confronti della scuola e degli insegnanti: davvero qualcuno può credere possibile che i docenti organizzino a scuola attività atte a turbare così profondamente i bambini? Davvero qualcuno può pensare che un’istituzione scolastica inviti delle “streghe” (sempre che ancora qualcuno creda nella loro esistenza…) ad invocare realmente gli spiriti in classe?

Quello che ci amareggia in particolare è il fatto che queste mamme anonime, non si siano rivolte alle insegnanti per avere dei chiarimenti del tutto legittimi o per esprimere il loro dissenso, ma siano andate direttamente ai giornali per lanciare accuse pesanti. Ci spaventa e ci preoccupa questo sempre più diffuso ricorrere ai mezzi di informazione di massa che sta sostituendo il confronto e il dialogo civile tra le persone. Questo sì che è diseducativo per i bambini e fa paura… non certo una favola che parla di amore o una conchiglia che esaudisce i desideri.

Cecilia Verna

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