Sarà perché la gente è stanca dei continui balzelli all’insù per coprire qualsiasi buco, sarà perché le mille voci che costellano le bollette sono indecifrabili e sarà perché anche i più esperti hanno difficoltà a districarsi tra le ipertecniche delibere dell’Autorità per l’Energia, sta di fatto che da una settimana a questa parte la confusione sulle bollette è tanta, tra fake news, inviti al boicottaggio e annunci di ricorsi alla magistratura.

L’antefatto. Tutto inizia alcuni giorni fa quando vari giornali pubblicano la notizia che l’Authority dell’Energia, con la delibera 50/2018, ha stabilito di scaricare circa 200 milioni di euro di “oneri di sistema” non versati sulle bollette di tutti gli italiani. Inizialmente i “morosi” sono stati identificati tra gli utenti che non pagano le bollette, insomma il vicino di casa. E qui la prima notizia falsa, perché in realtà si tratta di alcune società di vendita di elettricità, circostanza probabilmente ancora più irritante. In particolare parliamo di Gala, società espulsa dal mercato perché in crisi finanziaria che fa capo al presidente di Unindustria Lazio, Filippo Tortoriello. I giudici amministrativi hanno infatti stabilito che se una azienda fallisce, la tassa “oneri di sistema” si scarica sugli utenti. L’Autorità, ha spiegato il direttore della divisione Energia, Clara Poletti, “è dovuta intervenire a seguito di decisioni della giustizia amministrativa, per correggere il sistema di riscossione”.

Le reazioni, tra fake news e precisazioni. Da questa notizia è nato un putiferio e la storia non ha fatto altro che ingarbugliarsi e creare confusione su confusione: chi è il “moroso”? Chi ha stabilito tutto questo? Quanto pagheremo in più? Da quando? Le associazioni dei consumatori sono scese in campo a suon di comunicati stampa. Il Codacons ha annunciato di avere in preparazione un ricorso al Tar Lombardia contro la delibera incriminata. Adiconsum ha chiesto un incontro all’Autorità: “Vanno chiariti innanzitutto entità economica e numerica, attuale e futura, e definiti i correttivi da mettere in campo per evitare che a pagare siano sempre i consumatori finali e onesti”. Rete Consumatori Italia (Assoutenti – Casa del Consumatore – Codici) propone invece di costituire un Unico Comitato Nazionale, “Io pago il giusto”, che “raccogliendo la rabbia dei consumatori coordini l’azione e sia in grado di opporsi efficacemente a questa vergognosa decisione”.

Nel mirino è finito anche il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, che ha risposto: “È l’Autorità per l’energia che si è adeguata ad una pronuncia della magistratura. Il Governo non c’entra nulla”. Anche sui social network e su WhatsApp sono girati infiniti messaggi di protesta e molte fake news. Tra queste la più catastrofica: che gli importi degli italiani morosi peseranno sulle bollette elettriche del prossimo aprile per 30/35 euro. Nel messaggio si invitavano tutti i consumatori a scorporare questo importo dalle prossime fatture. Notizia però, anche questa fasulla visto che l’Autorità ha stimato in 2 o 2,2 euro all’anno l’impatto della decisione.

Solo due euro all’anno. Infatti c’è chi dice: “Tanto rumore per nulla” Forse però la domanda giusta è: cambia molto dal punto di vista morale due euro, trentacinque o cento? O siamo di fronte alla stessa logica: il consumatore in regola paga per chi non lo è. Con tanto di deresponsabilizzazione generale.

Riceviamo e pubblichiamo la seguente precisazione

I venditori di elettricità non hanno generato i rincari delle bollette

L’articolo FQ 27.2.18 “Bollette elettriche, cosa c’è di vero nel caos dei rincari dovuti ai morosi che non pagano” riporta che “…inizialmente i morosi sono stati identificati tra gli utenti che non pagano le bollette. In realtà si tratta di alcune società di vendita di elettricità”. Un pesante discredito. Per obiettività si richiama il comunicato dell’ARERA che annuncia il balzello:
“l’Autorità precisa che…omissis .. il riconoscimento individuato dall’Autorità (pagato dai clienti) per i soli distributori è parziale e attiene ai soli oneri generali di sistema già da loro versati ma non
incassati da quei venditori con cui, a fronte della inadempienza di questi ultimi, i distributori hanno interrotto il relativo contratto di trasporto di energia, di fatto sospendendo così a tali soggetti la possibilità di operare nel mercato dell’energia.”
E’ lampante che per ARERA i venditori sono inadempienti e causano danno al cittadino ma, la stessa ARERA, ricordando le molte sentenze del Consiglio di Stato, nello stesso documento precisa che: “Le pronunce della giustizia amministrativa sostengono che la legge pone in capo esclusivamente ai
clienti finali, e non alle imprese di vendita, né ai percettori degli incentivi, gli oneri generali di sistema, con la conseguenza che l’Autorità non avrebbe il potere di imporre il citato sistema di
garanzie alle imprese di vendita negando che il rischio di mancato incasso degli oneri generali di sistema da parte dei clienti finali sia dei venditori.”
Incredibile! Come si permette l’Autorità di denigrare i venditori mentre riconosce di essere stata ”disabilitata” dal Consiglio di Stato proprio per aver trasferito ai venditori questa morosità,
obbligandoli a sostituirsi ai morosi nel pagamento di oneri parafiscali.
Facciamo un esempio a tutti noto. Nelle bollette è stato aggiunto l’onere del canone RAI. I venditori informano i Clienti che non vogliono pagare delle eventuali ripercussioni e, se il cliente
resiste, il danno del canone non pagato dovrà essere tutelato, in favore della RAI, dall’erario.
Se il cliente è moroso, il canone per questi non lo paga il cliente virtuoso e neppure il venditore. Sarebbe una follia!
Poiché, come chiarito dal Consiglio di Stato, gli oneri di sistema sono tasse, il ragionamento è lo stesso: ogni cliente-contribuente è tenuto a pagare e, se evasore, deve essere colpito nel pubblico
interesse. Addossare sul cittadino l’evasione fiscale di altri è un abuso già ripetutamente censurato.

Filippo Giusto venditore

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