Potrebbe essere il 2022 l’anno zero di FCA, a cui appartengono i marchi Abarth, Alfa Romeo, Chrysler, Dodge, Fiat, Lancia e Maserati: a partire da quella data il gruppo automobilistico potrebbe mandare in pensione le motorizzazioni turbodiesel. Lo ha anticipato il Financial Times, spiegando che Fiat Chrysler si sta preparando ad aggiornare la propria offerta con la tecnologia ibrida e mild-hybrid: l’unica in grado di rispettare le severe normative sulle emissioni inquinanti.

Inoltre è sempre più oneroso (+20% rispetto al passato) adeguare la tecnologia diesel agli standard ambientali, specie alla luce di una domanda di mercato che sta calando gradualmente ma inesorabilmente: In Italia le ti-di valgono ancora il 56% del mercato, ma in Europa non superano il 43,8% – in flessione dell’8% sul 2016 – e si stima scenderanno al 31% nel 2021.

Secondo il quotidiano finanziario britannico l’annuncio ufficiale della “degasolizzazione” verrà dato il prossimo 1° giugno, in occasione della presentazione del nuovo piano industriale del Gruppo, che Sergio Marchionne illustrerà a Balocco. Piano industriale che sarà anche l’ultimo partorito sotto la gestione del manager “maglionato”, pronto a lasciare le redini del comando a fine anno: le sue funzioni operative cesseranno il 31 dicembre, ma dovrebbe conservare la presidenza di Ferrari.

L’ibridizzazione della gamma sarà quindi un onere che (eventualmente) dovrà sobbarcarsi il nuovo amministratore delegato della multinazionale italoamericana. Gli unici motori a gasolio che rimarranno in produzione dovrebbero essere quelli installati su veicoli commerciali, camion e truck. Se la strategia fosse confermata, FCA si accoderà a tutti gli altri colossi dell’automotive che hanno sposato la causa dell’elettrificazione, come Toyota e Volkswagen.

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