Oramai è una certezza Pietro Paletti, cantautore e polistrumentista bresciano, su cui avevamo scommesso sin dai tempi degli esordi. Con il suo terzo album intitolato Super, Paletti si conferma come uno dei protagonisti più brillanti nell’attuale panorama musicale, in grado di raccogliere quella pesante eredità lasciata dai grandi della canzone d’autore italiana. Con un titolo che è una sorta di dichiarazione di intenti, in Super, racconta Paletti, “c’è tutto me stesso, in tutte le mie sfaccettature, anche quelle meno piacevoli. Però c’è anche gran positività, gioia, voglia di farcela, di crescere e di spaccare”. E la scelta di mettere il calciatore Socrates in copertina è indicativa: “Personaggio contraddittorio ma forte, ha vissuto la sua vita a tutto tondo con gran generosità, spendendosi tanto per gli altri. Quel che nel mio piccolo cerco di fare è proprio seguirne l’esempio”.

Paletti, hai sempre scritto di cose personali, nelle tue canzoni parli molto di te: quanto ti costa mettere in versi te stesso?
Per me scrivere di cose personali è sempre una sorpresa: a un certo punto mi ritrovo che mi dico ‘cazzo, adesso sto raccontando a chi non mi conosce quali sono le mie paure, sto andando troppo nell’intimo, è come se stessi parlando con un amico o con un confessore’. Però non ci posso far niente: penso che se le canzoni non rispettano le tue emozioni più profonde e vere, non arrivano, non emozionano, non smuovono, non fidelizzano. In più, mettendo nero su bianco le mie esperienze e le mie paure, faccio in modo che mi ascolta si senta meno solo, riconoscendosi in quello che ascolta.
Nonostante sia un disco profondamente Pop, le mie credo che siano più che delle semplici canzonette. In tutti i miei album c’è una continua ricerca di crescita sia emotiva che spirituale. Sono un fan di Franco Battiato proprio perché riesce a mettere nel Pop concetti aulici, difficilissimi da trattare. Ecco: la mia ambizione è fare bella musica, facendo emozionare e riflettere. Non è musica fine a se stessa. Diciamo che mi piace stimolare il pensiero…

Mi spieghi il titolo Super.
È una sorta di dichiarazione di intenti: sono davvero contento di questo disco e credo che sia super non perché sia bello, ma perché c’è tutto tutto tutto me stesso, in tutte le mie sfaccettature, anche quelle meno piacevoli, come la gelosia e la paura. Però c’è anche molta positività, gioia, voglia di farcela, di crescere, voglia di spaccare i culi… Io mi sento molto positivo rispetto alla mia vita e a questo disco.

Insomma, sembra che tu sia molto soddisfatto del prodotto finale…
Al momento sono felice, poi magari tra qualche mese dirò che avrei potuto fare diversamente. Ho delle bellissime sensazioni su questo disco, perché sono riuscito a tirare fuori certi argomenti senza paura. Sono andato a fondo sui testi, sono molto più seri e intimi e scrivendoli hanno avuto un effetto terapeutico su di me. Sono contento anche a livello di suono, c’è voluto un po’ perché ho sperimentato parecchio: ho fatto diversi tentativi, prima con un produttore, poi da solo, poi infine con Matteo Cantaluppi, che è stata la mossa azzeccata.

Calendario dei concerti:
23 feb.
Modena – Off
02 mar. Sant’Egidio alla vibrata (TE) – Dejavu
03 mar. Frattamaggiore (NA) – Soundmusic club
09 mar. Perugia – Urban
16 mar.  Milano – Locusta New Generation c/o Serraglio con Lucio Leoni
24 mar.  Rimini – Bradipop
01 apr. Fucecchio (FI) – Limonaia
05 apr. Pisa – Lumiere
06 apr. Torino – Spazio 211
07 apr. Bologna – Locomotiv

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Andrea Bocelli, la lettera al figlio Amos per la laurea: “Da quando ti ho conosciuto, la mia vita è cambiata”

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