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  1. Chiude il Parlamento “del cambiamento”: da chi ha girato 10 partiti diversi a chi non s’è visto quasi mai. Come Verdini
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Politica

Chiude il Parlamento “del cambiamento”: da chi ha girato 10 partiti diversi a chi non s’è visto quasi mai. Come Verdini - 5/14

C'è chi come la deputata Cinzia Maria Fontana (Pd) è stata presente al cento per cento delle votazioni, tutte le 24827 tranne una. Ma la legislatura del Parlamento più giovane ha confermato i vizi più vecchi, come suggerisce l'analisi dei dati di OpenPolis. Quelli dei cambi di gruppo, per esempio, 10 al mese, con il recordman Luigi Compagna. La polverizzazione di partiti e la proliferazione dei gruppuscoli personali. La sorpresa? Razzi più presente di tutti i leader

Il Parlamento polverizzato: il gruppo misto un porto di mare
Se la seconda Repubblica era fondata su un sistema bipolare, se l’alba della Terza sembrava fondata sul tripolarismo, questa legislatura non ha portato alla Prima Repubblica. Magari. Ha portato alla polverizzazione del Parlamento. Alla Camera il gruppo misto è stato un porto di mare: hanno finito in 60 (con 6 sotto-gruppi!) ma ne sono entrati la bellezza di 105 e usciti 77. Al Senato il Misto ha concluso con 27 componenti ma in 5 anni si sono iscritti in 52 e hanno abbandonato in 49. E la cifra è illusoria due volte. Intanto perché nel gruppo Autonomie del Senato ci sono anche il Partito socialista o il Movimento degli Italiani all’Estero. Secondo, per via del Gal, acronimo di Grandi Autonomie e Libertà, una specie di “misto di centrodestra”, ma più nel senso della paranza visto che era nato – con relativo budget dal bilancio di Palazzo Madama – come raggruppamento sedicente autonomista del sud e nei fatti ha avuto la funzione di scivolo d’emergenza per tutti quelli che uscivano da altri gruppi. Un imbuto dentro al quale è passato di tutto, da Giulio Tremonti a Mario Mauro, da ex grillini ad ex montiani, da Vincenzo D’Anna a Gian Marco Centinaio.