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  1. Chiude il Parlamento “del cambiamento”: da chi ha girato 10 partiti diversi a chi non s’è visto quasi mai. Come Verdini
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Politica

Chiude il Parlamento “del cambiamento”: da chi ha girato 10 partiti diversi a chi non s’è visto quasi mai. Come Verdini - 14/14

C'è chi come la deputata Cinzia Maria Fontana (Pd) è stata presente al cento per cento delle votazioni, tutte le 24827 tranne una. Ma la legislatura del Parlamento più giovane ha confermato i vizi più vecchi, come suggerisce l'analisi dei dati di OpenPolis. Quelli dei cambi di gruppo, per esempio, 10 al mese, con il recordman Luigi Compagna. La polverizzazione di partiti e la proliferazione dei gruppuscoli personali. La sorpresa? Razzi più presente di tutti i leader

Il valdostano e il cossighiano, i più ribelli

Il più ribelle della Camera non lo conosce nessuno. Si chiama Rudi Franco Marguerettaz, è valdostano, è stato eletto con la lista Vallée d’Aoste che riuniva tutti i partiti regionali, Union ValdôtaineStella Alpina e Fédération  Autonomiste. Però si iscrisse al gruppo della Lega Nord e quindi per due anni non si è trovato d’accordo mai con la linea del Carroccio. Per questo è ribelle: per 4457 volte ha votato in modo diverso dal suo gruppo. Poi la Stella Alpina, il suo partito, ha fatto l’accordo con il Pd alle Regionali della Val d’Aosta, lui è andato nel misto e ha dato un po’ meno nell’occhio. Gli altri ribelli sono quasi tutti di Forza Italia, come Nunzia De Girolamo (1328 voti diversi da Forza Italia, tra cui il sì alle unioni civili) o l’avvocato Longo (1196) che tra le altre cose si è astenuto sull’accordo per la trasparenza fiscale con il Principato di Monaco e sull’intesa per le estradizioni con Panama.

Fanno poco testo i più ribelli del Senato perché appartengono quasi tutti al gruppo Gal. Il motivo è semplice: essendo un cocktail di eletti in una decina di partiti diversi, ciascuno la pensava a modo suo. E quindi il capogruppo Mario Ferrara faceva la propria dichiarazione di voto e subito si alzavano in 5 per dire che avrebbero votato in difformità. Alla fine vince Paolo Naccarato, cossighiano, rebelde a tal punto da votare in modo diverso dal gruppo 4683 volte. D’altra parte ha fatto parte a lungo in un gruppo d’opposizione ma ha votato la fiducia a tutti e tre i governi. Da ultimo ha aderito a Rinascimento, il movimento di Vittorio Sgarbi e Giulio Tremonti. Tra i senatori che votano un po’ come cavolo gli pare anche il senatore Domenico Scilipoti Isgrò (2686). Lo aveva fatto anche nella legislatura precedente e quella volta si era classificato primo (1618). Chi lo ricandida, è avvertito.