Dal suo viaggio in Bangladesh Papa Francesco lancia il suo appello contro il fondamentalismo religioso. Durante un incontro con i leader islamici, induisti, buddisti, cristiani, Bergoglio ha apprezzato lo “sforzo di leader di diverse religioni di vivere insieme nel rispetto reciproco e nella buona volontà”, ribadendo l’importanza del “diritto alla libertà religiosa“. Un appello che si scaglia contro chi cerca “di fomentare divisione, odio e violenza in nome della religione”. Al termine dell’incontro il pontefice ha incontrato tre famiglie appartenenti al gruppo Rohingya, l’etnia musulmana perseguitata e a cui è negata la cittadinanza.

“Possa il nostro incontro di questo pomeriggio – ha continuato Papa Francesco – Essere un chiaro segno degli sforzi dei leader e dei seguaci delle religioni presenti in questo Paese a vivere insieme nel rispetto reciproco e nella buona volontà“. Parole che ricordano il discorso di pace tenuto davanti al Nobel per la pace Aung San Suu Kyi. Bergoglio, come fatto più volte in passato, ha poi attaccato la corruzione: “Le religioni devono unirsi contro il virus della corruzione politica, delle ideologie religiose distruttive, della tentazione di chiudere gli occhi davanti a rifugiati, poveri, minoranze”.

Papa Francesco si è detto soddisfatto del cambiamento che sta investendo la società: “È un segno particolarmente confortante che credenti e persone di buona volontà si sentano sempre più chiamati a cooperare alla formazione di una cultura dell’incontro, del dialogo e della collaborazione. Ci stimola a tendere la mano all’altro in atteggiamento di reciproca fiducia per costruire un’unità che comprenda la diversità non come minaccia, ma come potenziale fonte di arricchimento e crescita” ha concluso il papa.

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