La scuola è una palestra di vita, un luogo in cui si trascorrono molte ore della giornata e dove si costruiscono rapporti significativi, positivi e negativi. E’ un luogo che attraverso le sue relazioni, può rappresentare un sostituto, o un prolungamento, degli attaccamenti familiari, e anche compensare disagi conseguenti ad attaccamenti familiari insicuri o a contesti sociali sfavorevoli.

Ne parliamo nel libro Attaccamenti a Scuola, edito da Alpes Italia, in uscita in questi giorni.

Il primo impatto con il nido è un misto di sentimenti contrastanti per i genitori che affidano i bambini; sono le reazioni dei bambini, che al nido sperimentano la prima separazione dalle figure di riferimento e dal contesto familiare; sono le emozioni delle educatrici che iniziano a immaginare i bambini settimane prima del loro arrivo, creando così quello spazio mentale necessario per accoglierli nel modo migliore.

Lavorare per una relazione educativa che riconosca il bambino nella sua individualità, che lo sostenga nel gioco, nelle attività di esplorazione, che lo aiuti a fronteggiare lo stress che è insito nella relazione con i pari, è la prima sfida scolastica.

La scuola materna offre al bambino l’opportunità di mettersi in gioco in un ambiente diverso da quello familiare. Se non è andato al nido, il bambino passa da una situazione di accudimento quasi esclusivo, come quella sempre più frequente del figlio unico, a una in cui deve confrontarsi con bambini che hanno i suoi stessi bisogni e le sue stesse esigenze. Nei rapporti con gli altri egli impara a riconoscere e comprendere le proprie emozioni e quelle degli altri, a collegarle a cause esterne, impara ad autoregolarsi.

Un approccio positivo alla sessualità sin dalla prima classe, è uno degli obiettivi della scuola elementare. Il tema della sessualità coinvolge la relazione con l’altro, il confronto tra due personalità. Trattare l’argomento significa parlare anche d’amore, di rispetto, di reciproca attenzione, significa parlare della differenza tra tenerezza e altro, significa proteggere i bambini dai messaggi distorti e fuorvianti che emergono dai canali di comunicazione.

Metterli in guardia dal cyberbullismo è un’altra sfida per la scuola. Nella preadolescenza, età tumultuosa e confusa, il corpo comincia ad assumere caratteristiche adulte mentre la mente è ancora infantile, e l’autonomia è il bisogno più prepotente. E’ in questo periodo, che corrisponde agli anni della scuola media, che la ricerca dell’autonomia può spingere i ragazzi verso esposizioni incontrollate soprattutto se si sentono protetti da uno schermo.

Nell’adolescenza, la metamorfosi fisica è completata, e si avvia alla conclusione anche il percorso di autonomia dai genitori. Amicizie e innamoramenti sono fondamentali per sperimentarsi nella competizione, nella cooperazione e soprattutto per avventurarsi verso la scoperta della sessualità e dell’amore.

Nel percorso già ricco di ostacoli che avviene per la maggior parte all’interno della scuola superiore, si inseriscono le frustrazioni scolastiche e a volte, la ferita narcisistica della bocciatura. Per qualcuno questa diventa una sfida da raccogliere, per altri un carico in più di sfiducia in se stessi e se lo studente è straniero, la vulnerabilità del periodo adolescenziale si somma ai fattori di rischio della condizione di immigrato.

Ognuno però può sentire la scuola un porto sicuro in cui rifugiarsi, dove trovare un insegnante preferito o un amico fidato che lo sappia aiutare e sostenere.

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