Un’anziana signora di Prata, in provincia di Pordenone, si è vista recapitare dall’Audax Energia di Vinovo, suo gestore dell’energia elettrica, una raccomandata con ricevuta di ritorno che le intima di saldare il debito con l’azienda: o paga entro il 3 dicembre o le verrà staccata la corrente. Ma il debito è di un centesimo. Una richiesta che ha lasciato allibita la donna, che si è rivolta al Codacons: “Si tratta di un comportamento inaccettabile e le giustificazioni dell’azienda non appaiono condivisibili – ha annunciato il presidente Carlo Rienzi – Esistono procedure ben precise per recuperare debiti reali o presunti, e diverse strade da intraprendere prima di arrivare all’interruzione della fornitura elettrica. La minaccia contenuta nella comunicazione inviata a una anziana cliente rappresenta una forma di violenza che non possiamo tollerare”. Per questo l’associazione dei consumatori presenterà un esposto alla Procura di Pordenone, chiedendo di aprire un’indagine ipotizzando diversi reati compreso quello di violenza privata.

“Valuteremo perché è accaduto”, hanno replicato dall’azienda elettrica di Vinovo. “Le diciture di questi solleciti sono standard e valgono qualunque sia la cifra – spiega il gestore – così come sono perentori i termini per saldare il dovuto e non incorrere in ulteriori sanzioni. Per ora possiamo solo confermare l’originalità della missiva: la raccomandata è stata inviata da noi, ma dobbiamo capire perché sia stata recapitata con quelle modalità e per quella cifra. Quando avremo completato le verifiche saremo più precisi. Ci scusiamo in anticipo per gli inconvenienti che possono essere derivati da questa comunicazione”.

Intanto l’anziana signora non è intenzionata a saldare il suo debito: “Noi non pagheremo – ha fatto sapere a La Stampa un parente della donna – per una questione di principio: il versamento si può effettuare unicamente con un bonifico bancario che a mia cognata costa cinque euro. Ecco: moltiplicate questa somma per le decine di migliaia di persone che devono pochi spiccioli ai loro gestori e si capisce di che business stiamo parlando. Di più: per la notifica è stata usata una raccomandata con ricevuta di ritorno, che costa sempre almeno una mezza dozzina di euro. Vigileremo nelle prossime comunicazioni che non ci venga imputata anche quella somma, come i gestori sono soliti fare quando iniziano procedure di messa in mora”.

Articolo Precedente

Roma, si dimette il dg di Ama Stefano Bina. “Motivi personali”. E’ il quarto manager che lascia nell’era Raggi

next
Articolo Successivo

Chivasso, l’addestratore morto non è stato sbranato. A ucciderlo è stato un malore

next